Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'IT A Lì Amarchese Visconti-Venosta, che il ministro degli esteri non dimenticava la parola del deputato e che era pienamente disposto a fare tutto il possibile per ristabilire tra i due paesi i migliori rapporti.
« Il risultato fu che il 21 novembre di quell'anno potevo firmare con l'on. Luzzatti un accordo commerciale, il preludio indispensabile agli accordi politici. La conclusione di questo accordo mi stava sommamente a cuore. Il mio proposito era quello di rendere amica l'Italia nel Mediterraneo per averla amica in Europa.
« La collaborazione di uomini come Barrère mi riuscì preziosa; ma più preziosa sopra tutto l'opera degli uomini di Stato italiani. Vorrei rendere un omaggio meritato alla memoria del ministro Prinetti, del quale potei apprezzare la correttezza e la lealtà. Gli accordi mediterranei furono conclusi e poco dopo fu rinnovata la Triplice Alleanza in condizioni che non mi erano ignote. È esatto che da 12 anni io avevo preannunciato dalla tribuna della Camera la neutralità dell'Italia. Ma era una profezia facile per me, poiché conoscevo troppo bene la vostra diplomazia per supporre che un giorno avesse potuto dichiarare una guerra offensiva alla Francia. Le mie parole sono stampate nella Gazzetta Ufficiale e ve le posso riferire testualmente. Non erano state naturalmente pronunciate a casaccio : erano state studiate e riferite con la maggior ponderazione. Interrogato alla Camera intorno al rinnovamento della Triplice Alleanza, il 2 o 3 luglio 1902 io dissi:
« — Ho acquistato la certezza che d'ora innanzi l'Italia non sarà in nessun caso e sotto nessuna forma, nè l'ausiliaria, nè lo strumento di un'aggressione contro la Francia. — Ecco quello che io dicevo dodici anni or sono. Non potevo dunque rimanere sorpreso in alcun modo dalla dichiarazione di neutralità dell'Italia. »
— Vi ha in Francia chi trova che la neutralità non basta... — osservò il pubblicista intervistatore.
— Di questo soltanto gli italiani devono essere giudici. Per conto mio sono convinto che la neutralità è una gran cosa. Il fatto di averla preveduta non mi vieta di apprezzarla. Essa è una di quelle circostanze for-
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