Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'IT A Lì Agiungere la frontiera. Nella stessa condizione si trovano anche gli altri colleghi italiani, che, spontaneamente
0 dietro consiglio avevano deciso di partire. Tutti gli sforzi dell'Ambasciata per farci ottenere il permesso di viaggiare con qualche treno militare, sono riusciti vani. Evidentemente hanno paura che noi si possa fare anche dello spionaggio.
« Ci offrirono di partire con un treno che sarebbe arrivato alla frontiera in sei giorni. Però durante il viaggio avremmo dovuto restar chiusi nel nostro scompartimento senza poter mai uscire per prendere una boccata d'aria; inoltre ci sarebbe stato vietato di aprire il finestrino a-1 passaggio di qualche viadotto, di qualche ponte o di qualche galleria. In pratica, saremmo stati costretti a restare inchiodati per cinque o sei giorni in u-no scompartimento di seconda o terza classe senza poter procurarci il modo di mangiare e dormire. Abbiamo rifiutato.
« Se vogliono che partiamo, devono permetterci di poter viaggiare in condizioni tollerabili. Volevamo partire in automobile, ma ci hanno fatto sapere che anche per viaggiare in questa guisa occorre un permesso speciale della polizia e ci hanno soggiunto che arrischiavamo tuttavia di essere presi strada facendo per spie e di essere- fucilati da qualche sentinella.
« Difatti ieri è stata fucilata per lo stesso motivo sulla strada del Predil, vicino a Tarvis, la contessa Chri-stallnigg, che si recava in automobile da Klagenfurth a Gorizia per assistere ad una seduta della Croce Rossa austriaca. Lo chauffeur non udì l'ordine di una sentinella di fermarsi, e quindi il soldato prese a fucilate l'automobile, uccidendo la povera contessa.
« La paura delle spie si è trasformata in un'ossessione. Non è una vita piacevole quella che dobbiamo condurre qui, a Vienna. L'altra sera alcuni colleghi procedevano discutendo fra di loro. Un tale che li seguiva si diede a gridare : « Hanno parlato male dell'Austria!»
1 colleghi ebbero appena il tempo di raggiungere a passo di corsa la sede della Società dei giornalisti austriaci. Altrimenti chi sa che cosa sarebbe loro successo.
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