Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'IT A Lì A
è forse questa una buona ragione per consegnare i passaporti ai corrispondenti italiani?
« Intanto il fatto sussiste e noi dobbiamo registrarlo. Esso, a dir vero, non dovrebbe sorprenderci. Nelle o-re più calamitose per i rapporti italo-austriaci, Vienna ha complicato le questioni gravi con le piccole e pungenti scortesie. Oggi, in un'ora gravissima per l'Europa, quando fra Vienna e Roma si dovrebbe parlare soltanto di cose gravi e urgenti, Vienna torna ad assumersi l'iniziativa e la responsabilità della scortesia e della vessazione poliziesca — con quanto vantaggio per la facilità dei rapporti italo-austriaci nessuno può immaginare.
« I corrispondenti italiani erano sottoposti negli ultimi giorni della loro permanenza a Vienna ad una vigilanza esosa che rendeva loro impossibile di adempiere il loro ufficio. Le loro lettere erano aperte e trattenute; le loro persone erano pedinate da agenti di polizia, i loro telegrammi non erano trasmessi e. nemmeno accettati. Ad un certo punto l'ufficio stampa del Ballplatz giunse persino — come dire? — ad un tentativo di collaborazione, che giornalisti onesti non potevano accettare senza scendere al grado di gazzettieri di affitto, o senza correre il rischio di essere creduti tali.
« Allorché i corrispondenti italiani ebbero rifiutato l'incredibile proposta — che può concepirsi soltanto in un paese nel quale la stampa è burocraticamente disciplinata — essi furono abilmente circondati da un ambiente ostile e diffidente che non poteva essere spontaneo perchè si manifestava improvvisamente intorno a loro solo dopo il rifiuto della proposta inqualificabile.
« Dunque? Dunque a Vienna, anche nelle ore più gravi della storia, si continua a capire poco ed a regolarsi nel peggiore dei modi. La partenza dei giornalisli italiani da Vienna è commentata efficacemente da questo fatto : che a Berlino, a Londra, a Parigi ed a Pietroburgo i corrispondenti possono restare e possono lavorare. Solo pochi giorni or sono noi potemmo ottenere dall'Ambasciata germanica di Roma un passaporto speciale per il corrispondente berlinese del Corriere della
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