Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'IT A Lì AL'Echo de Paris osservava in proposito :
« Gli inventori di questa storiella non immaginano certamente che l'opinione italiana vi presterà fede, ma sperano che essa sarà contrariata dal non potervi credere e che ne nascerà qualche dissapore fra francesi ed italiani. Ma essi hanno fatto i loro conti senza l'intelligenza politica degli italiani ai quali i minareti di Gabes non nasconderanno le cupole corazzate di Pola. Senza contare che i francesi non pensano affatto a trascinare l'Italia nella guerra.
« La responsabilità morale che si prende nel convincere una nazione amica a far guerra, è grande, ed è altresì un danno materiale che occorre affrontare. Giacché l'Italia non può prender parte alla guerra senza che il nostro commercio con essa non ne risenta delle conseguenze. Se l'esito del conflitto fosse dubbio, allora noi potremmo dimenticare questi gravi inconvenienti; ma esso non lo è, e la coalizione franco-italiana non è necessaria.
« Non occorre affatto che le ragioni che l'Italia può avere per dichiararsi contro l'Austria vengano svolte in Francia : basta leggere i giornali italiani. JVla se il patriottismo degli italiani li fa inclinare verso l'intervento militare contro l'Austria, noi non abbiamo alcun interesse a spingerli da questo lato verso il quale già essi pendono*.
« L'intervento militare dell'Italia avrebbe d'altronde ai nostri occhi una efficacia limitata : francesi ed i-taliani non potrebbero unire i loro sforzi che contro l'Austria, che non è più quella di Solferino e di'Custoza e nemmeno quella di Francesco Ferdinando. Se si tratta di aprire la sua successione, la cosa è già fatta; se si tratta invece di disporne, la cosa si farà sul Reno e sul-l'Oder vantaggiosamente, secondo gli italiani stessi, per gli interessi particolari dell'Italia. L'intervento del Governo di Roma è quasi indifferente per la soluzione europea, l'unica che ci interessi. Noi siamo dunque ben lontani dal voler imporre gli orrori della guerra agli a-mici italiani. »
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