Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA NEBBIA SULLA NAZIONEdisorientando la coscienza del paese. Tu hai dato tuttavia una grande prova di serenità spregiudicata nel-l'accettarla; ma credi proprio, data la influenza, che può essere travolgente, dei precedenti politici, di essere l'uomo più adatto a trarre di questa formula, secondo la volontà del paese, in ogni eventualità, tutte le inesorabili conseguenze? Francamente io ne dubito e a dubitarne credo di non essere solo.
« L'on. Di San Giuliano si levò in piedi e con gli occhi proprio umidi di lacrime esclamò :
« — Tu non mi conosci, voi non mi conoscete. Quando si tratta dell'Italia, io non ho vincoli di sistemi e di dottrine, non ho pregiudizi nè preconcetti; e per essa saprò fare sempre tutto quanto ciascuno di voi saprebbe e potrebbe!
« Non avevo mai sentito quel piacevole conversatore, quell'amabile e caustico motteggiatore parlare con tanto impeto e con tale accento di sincerità. Ed io non pensai davvero in quel giorno che avrei saputo al suo posto essere più abile, più intelligente, più innamorato del mio paese di lui. E fu proprio sotto la impressione di questi colloqui che io scrissi un articolo che parve a taluno inspirato ad ottimismo soverchio, nel quale io dicevo che, senza suggestioni e senza recriminazioni, potevamo e dovevamo affidarci al patriottismo veggente del Gabinetto.
« La figura del ministro e dell'uomo, che — non posso dimenticarlo — ebbe negli ultimi periodi della sua politica triplicista parole alte ed amare coi rappresentanti della Monarchia austro-ungarica per la dissennata politica di snazionalizzazione praticata nelle Provincie italiane ancora disgiunte dalla patria, della quale trarrà essa non dolci frutti, io la vedo ancora nell'atteggiamento nobile e sdegnoso di quelli ultimi giorni, che mi parve tale da riscattare di un tratto molti errori, molte deviazioni, molti oblii della nostra politica internazionale... »
| |
San Giuliano Italia Gabinetto Monarchia Provincie
|