Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAverso le trasformazioni della politica di Berlino e di Vienna specialmente negli ultimi anni, l'eminente diplomatico, di cui sono noti i vincoli d'amicizia con Francesco Crispi, continuava :
« Io non ho nessuna difficoltà a riconoscere che nelle successive rinnovazioni dell'alleanza i nostri uomini di Stato si sono sempre troppo affrettati. La loro fretta è stata maldestra. In luogo di fare valere il prezzo della nostra adesione, essa la deprezzava. Io rivendico qui ancora a Francesco Crispi il merito della perspicacia e della determinazione, che sono fra le principali qualità di un vero uomo di Stato. Fin dal suo primo Ministero (1887-91) egli aveva scoperto i difetti dell'alleanza, di cui due sopra tutto lo avevano colpito :
« 1° L'Italia vi era trattata come una parente povera, e la si lasciava volentieri appartata. Egli volle che essa vi fosse uguale a ciascuna delle altre alleate, e vi riuscì fino a che egli fu al potere :
« 2° L'Austria-Ungheria comportandosi verso di noi come s'è visto, Crispi credette che i procedimenti di essa avrebbero potuto essere effetto di malintesi ch'egli si proponeva di eliminare al rinnovamento del trattato. Egli avrebbe subordinato la nostra adesione all'ottenimento di ciò che egli credeva necessario per migliorare i nostri rapporti. Il peso dell'Italia nella bilancia degli interessi europei gli pareva dovesse condurre l'Au-stria-Ungheria a migliori consigli. Ma sfortuna volle che la Triplice Alleanza — di cui Crispi, agli occhi di molta gente che lo biasimava, in Francia sopra tutto, ha portata la responsabilità senza averla nè stipulata alla sua origine, nè rinnovata alla sua scadenza — sia stata sempre rinnovata da altri. »
Arrivato alla fine di questa sua dichiarazione, l'autore si rammaricava che la Germania avesse cambiato la sua politica e passava ad esaminare brevemente la delicata questione dell'Italia neutrale di fronte alla conflagrazione generale, dicendo :
« La neutralità, che non è inerzia, può essere funesta se essa è una confessione di debolezza; ma essa può essere minacciosa quando il mondo vi riconosca
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