Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      L'INCUBOpolo italiano, a un tempo sentimentale e realista. In esso l'Italia vedrà la prova di un'amicizia sincera e leale, data la franchezza con cui Sazonoff ha trattato delle questioni che la diplomazia fino ad ora più volentieri avvolgeva nell'imprecisione.
      « L'Adriatico deve essere un mare italiano. Possedendo Otranto. Vallona, Venezia, l'Italia sarà completamente padrona del mare appena avrà Trieste. È per questo che può senza esitazione lasciare al Montenegro e alla Serbia le coste che sono indispensabili al commercio e allo sviluppo economico di quei due Stati slavi. »
      E il Temps concludeva così :
      « 11 popolo ita'liano è maggiorenne, ha fiducia nel suo Governo e questo deciderà in piena libertà e all'in-fuori di ogni pressione. Gli amici dell'Italia, che desiderano di averla al loro fianco, non intendono per nulla influenzare l'indipendenza del suo giudizio. Lungi da noi ogni pensiero di immischiarci negli affari della penisola. Ma a Roma non si stupiranno se le simpatie degli alleati per l'Italia e la loro certezza di difendere la causa della libertà li incitano a contare sul popolo che ne è uno dei fattori essenziali. »
      Commentando nel Daily Telegraph l'intervista, uno scrittore esperto di politica estera, il dottor Dillon, esprimeva l'avviso che le suscettibilità dell'Italia erano facili ad essere provocate, come avevano dimostrato i malaccorti sforzi della Germania per eccitarla contro gli Stati dell Intesa.
      « Questi Stati — egli continuava — hanno bene il diritto di riservare i frutti delle vittorie che attendono coloro che combattono. Così vengono accresciuti per le due Potenze neutrali i motivi che potranno spingerle a partecipare ai sacrifici, dai quali esse trarranno il diritto a condividere il bottino. Sazonoff è l'ultimo in Europa ad immaginare che l'Italia o la Rumenia siano così insensate da arrischiare i loro interessi concreti per aiutare le Potenze dell Intesa ne! raggiungimento della vittoria, anche se questa vittoria potesse alla fine apportare alcuni benefici in sè stessa. La partecipazione di que-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 4. L'incubo (I pericoli della neutralità)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 197

   

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