Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAdiminuzione. Noi vediamo, tuttavia, senza troppa sorpresa, che il principe di Biilow si è annesso l'onnipotente Giolitti.
      « Fortunatamente per la sua fama, il popolo italiano, nell'ora stessa in cui due figli di Ricciotti Garibaldi muoiono da eroi in Francia, è commosso più dalle sue radicate tradizioni che non dagli interessi secondari dell'ora fuggente dai quali si lasciano accalappiare i politicanti mediocri. »
      Dopo aver detto ch'era utile che delegati della Romania si trovassero a Roma per farvi intendere parole, dalle quali si affermerebbe la unità del sangue latino, Clemenceau concludeva :
      « Per un popolo la grandezza del territorio non è una cosa indifferente. La questione, tuttavia, non può essere che secondaria se non vi si aggiunge il prestigio di un alto valore morale, che si impone alla coscienza dei popoli riuniti. Non è lo stesso entrare nel Congresco che rifarà l'Europa come rappresentante interessi limitati o come portaparola di un superiore interesse di tutti : la pace umana. Che ciascuno segua la legge del suo destino. 11 Belgio, la Serbia, ieri erano secondari, oggi sono in prima fila per la potenza morale che hanno sviluppato. L'anima dei popoli non si manifesta solamente nella guerra : può scoprirsi con un'alta ed una bassa diplomazia. »
      La cordialità dei sentimenti francesi verso l'Italia trovò un'elevata espressione in un articolo pubblicato dal Matin col titolo « La più grande Italia ».
      II giornale diceva che il nostro paese, come già dopo la catastrofe di Messina si ritemprò nella guerra libica ottenendo così la più virile consolazione, così dopo la catastrofe di Avezzano avrebbe saputo ottenere la sua rivincita conquistando nuovi lauri.
      a L'equilibrio nel Mediterraneo, l'egemonia nell'Adriatico — scriveva il giornale — è il programma necessario all'Italia di oggi, il solo che risponda ai bisogni della sua popolazione e del suo commercio, il solo che appaia come lo sviluppo naturale della sua storia. Se si
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 4. L'incubo (I pericoli della neutralità)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 197

   

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