Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAti e danneggiati, la vita e l'operosità civile. Lo Stato i-taliano, nonostante la imperfezione di alcuni suoi organismi, è sempre il massimo fattore dell'attività nazionale e saprà anche questa vòlta compiere l'ufficio suo.
« Con animo commosso, ma non abbattuto nè depresso, noi compiangiamo, onorevoli colleghi, i nostri morti e provvediamo ai superstiti. Ma sopra tutto, fortificati dal dolore, manteniamo salda e invitta la fede nei destini della patria, della patria immortale, che oggi più che mai richiede in noi la persuasione profonda che le sue sorti non si chiudono nell'angusta cerchia degli interessi presenti e della vita stessa di una generazione, ma comprendono anche coloro che furono e coloro che saranno, tutte le nostre memorie e le nostre glorie del passato, tutte le nostre speranze e i nostri ideali per l'avvenire. »
Queste parole dell'on. Salandra furono accolte da applausi calorosi e prolungati da quasi tutti i trecento deputati presenti : nell'incertezza di quell'ora, esse suonarono come un affidamento di più aliti destini.
« 1 vasti ideali confini dal Presidente del Consiglio tracciati agl'interessi e alle sorti della nazione — commentò il Corriere della Sera — non sono uno di quei va-ticinii sibillini che si chiariscono secondo una determinata aspettazione. La definizione sta di per sè, limpida ed alta, e può riunire in uno stesso schietto profondo consenso tutti gli uomini di buona fede.
« Essa è insieme un ammonimento e una riconsacrazione delle parole « interessi nazionali », troppo a lungo trascinate in troppe confuse polemiche. »
Era infatti un ammonimento per quanti la formidabile crisi della nostra storia, presa nel vortice della guerra europea, aveva prostrati e fatti rannicchiate nei più angusti egoismi; per tutti quelli che alle nostre sventure come alle nostre debolezze non avevano reagito con volontà d'essere i più forti, ma dietro ad esse si erano trincerati per giustificare .'le sollecite rassegnazioni e le u-mili rinuncie. »
Era infatti una riconsacrazione, per quanti intendevano il passato come una fredda materia di erudizione
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Stato Presidente Consiglio Corriere Sera
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