Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAdano ora se ne hanno tratto tutto ciò che poteva dare. I tedeschi hanno detto e ripetuto : « Il vostro intervento deciderà la vittoria. Dunque voi potete domandare ciò che volete. È accordato in anticipo. Bussate, che vi si a-prirà ». Ora, essendosi la vittoria pronunziata ieri a Prze-mysl e dovendosi pronunziare domani a Costantinopoli, come gli italiani sanno perfettamente, dove prenderanno, i tedeschi, quei compensi che offrono? L'Austria non cederà che vinta e rantolante, ma allora la sua sorte dipenderà dall'Europa, e l'Italia si è mostrata troppo buona europea, per esitare nel momento in cui sta per cogliere i frutti de la campagna che ha così capientemente intrapreso e che è sul. punto di condurre a buon fine. »
      Non erano più i consigli imperiosi dei primi tempi, che ci venivano dalle rive della Senna. Era un giudizio elevato, che metteva le radici nella retta valutazione dei fatti e si erigeva auspicante oltre le brume dell'avvenire.
      L'Italia gradì la parola amichevole. L'avvenire compì il vaticinio...
      Ma se la stampa e gli uomini più rappresentativi di Francia mostravano d'intonarsi ormai perfettamente allo spirito pubblico italiano, viceversa molti giornali russi seguitavano a battere sul tasto delle eccessive pretese slave nell'Adriatico, tasto che dava un suono sgradevolissimo all'orecchio italiano.
      Il signor De Giers, nuovo ambasciatore di Russia a Roma, prima ancora di raggiungere la sua sede, non aveva mancato d'adoperare la sua alta autorità per creare una corrente più corrispondente agli alti interessi comuni dell'Italia e dell'Impero russo. E infatti la stampa ufficiale ed ufficiosa russa teneva un linguaggio correttissimo e pieno di simpatia per l'Italia. A segnare la dovuta differenza tra questa parte maggiore dei giornali russi e quei pochi che persistevano nelle insensate pretese, venne in buon punto un « comunicato » del corrispondente romano dell'Agenzia telegrafica di Pietrogrado.
      Egli dichiarava d'essere stato autorizzato a fare tale
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 4. L'incubo (I pericoli della neutralità)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 197

   

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