Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
Il popolo italiano si mostrò pari alla situazione. Pur quasi completamente impreparato a valutare le questioni della politica estera, esso trovò nella snella versatilità del suo ingegno, nel felice equilibrio della sua natura, nell'indirizzo logico del suo spirito, la potenzialità di misurare i capisaldi del multiforme problema.
Così si andò formando e rapidamente maturò nella maggioranza della nazione uno stato d'animo ben definito, nel quale avevano parte la persuasione che si radicava e il sentimento che ribolliva...
La necessità indeclinabile dell'intervento : era questa la verità ultima che sempre più nitida rifulgeva tra le incertezze dell'ora. 1 veggenti, che avevano acceso il faro, seppero tutelarne i bagliori fra l'infuriare della tempesta. La luce delle idealità italiane, dell'avvenire della nazione, continuò a risplendere anche quando imprevedibili eventi e sopravvenute ostilità la minacciarono.
Il popolo sentì ingigantire la sua fede. I pochi che dal fastigio della reggia al solingo recesso dei pensatori, dalle sedi del governo, ove si assumevano le ardue responsabilità, alle redazioni dei giornali, ove si preparava la pubblica opinione; i pochi, che avevano determinato la prima corrente, diventarono falange, moltitudine, maggioranza traboccante e vittoriosa...
Mai forse nella storia la forza travolgente delle idee ebbe così rapido e sì completo trionfo. Ma forse mai la massa, su cui la suggestione dei pochi era chiamata ad agire, aveva così aperta l'anima all'influsso d'una superiore concezione, nella quale il solido ragionamento appariva circonfuso dei più fulgidi bagliori dell'ideale.
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