Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA .
ra, può difendere, tutelare la nostra incolumità, dice cosa contraria alla verità più intuitiva, non solo, ma a-gli insegnamenti della storia più recente. Più e più volte, quando l'alleanza non era ancora stata svalutata a-gli occhi degli alleati dalla nostra dichiarazione di neutralità, noi abbiamo corso rischio di una guerra coll'Au-stria. Non sarà questo rischio molto più grave per l'avvenire se l'Austria uscirà da questa lotta vincitrice, o se, vinta, conserverà forze sufficienti per tentar di rifarsi su idi noi dei danni incontrati altrove? L'Italia e l'Austria — lo aveva detto il conte Nigra e lo ha ripetuto il principe Biilow — non possono essere che alleate o nemiche. Dopo quarto è avvenuto, possono rimanere alleate? Noi affermiamo che a mantener l'alleanza sarebbe necessario che scendessimo in guerra accanto alla Germania ed all'Austria. Discuta chi vuole una possibilità simile; ma non si chiuda gii occhi dinanzi alla realtà, non si neghino i pericoli che si disegnano chiari, evidenti per noi, solo perchè ogni decisione fa paura.
« Può esser doloroso viver nei giorni nei quali non si lavora per sè, ma si semina per raccolti lontani, ci si sacrifica per le generazioni avvenire, si paga il più gravoso tributo alla patria immortale. Ma ci tocca subire i destini. Ed è destino d'Italia affrontare in questo momento il problema più arduo che le si sia presentato nella sua breve esistenza, e decidere ciò che deve fare, non solo a difesa degli italiani d'oltre confine, ma a difesa altresì degli italiani entro confine.
« Per tornare così al nostro discorso, ciò che non è stato considerato dai deputati di Destra, ciò che non viene considerato da coloro che si son compiaciuti del loro ordine del giorno perchè non ha turbato la nostra neutralità, è il nostro isolamento. Nelle mani ohe ci vengono tese, nelle offerte che ci vengono fatte da tutte le parti, noi vediamo non una ragione di compiacenza, ma un monito grave per l'avvenire.
« La guerra non è finita, nè finirà tanto presto. Tocca al governo decidere come e quando deva l'Italia provvedere ai casi saioi. L'on. Salandra, ne siamo certi, vede tutti i pericoli della neutralità; non se li dissi-
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