Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
I VEGGENTIquali ha le sue norme fisse, la sua etichetta. Essi passano dall'una all'altra bruscamente, come in una manovra; con questo, che fra coteste poss bilità c'è senv pre quella della violenza non già come ultima ratio, ma come equivalente spiccio e comodo delle altre. 1 bei modi si devono lasciare alla porta quando lo si creda opportuno. Suaviter in modo, jortiter in re, non è la loro massima; un seccatore si scaccia senz'altro a pugni e a calci; la strada fra la folla s'apre coi gomiti; e, se occorre, — con una ignoranza spiacevole dei limiti che separano la ospitalità dall'occupazione militare — una villa si trasforma in fortezza.
« Quest'assenza di misura, questa invadenza, questa burbanzosità di modi così lontane dalla bonaria trascuratezza britannica, dalla elegante aisance francese, dalla spontanea cortesia italiana, ha contribuito, a dispetto delle profonde buone qualità fondamentali che essi posseggono, a creare il vuoto intorno ai tedeschi all'estero. I luoghi, gli alberghi che essi frequentano sono evitati con ogni cura dalla società educata delle altre nazioni. Ma i tedeschi non s'accorgono di essere boicottati; o forse ne godono. Solitudinem jaciunt, pacem ap-pellant.
« È sempre lo stesso carattere che rende loro così difficile d'essere tollerati in terra di conquista; dopo quarantanni l'Alsazia, terra tedesca, che parla tedesco, che ha ricevuto innegabili benefizii dal regime germanico, odia il prussiano, come il Lombardo-veneto odiava l'austriaco. Nello stesso spazio di tempo l'Inghilterra, la Francia riescono ad accaparrarsi tali simpatie che un tentativo di ribellione, anche in tempi e circostanze propizie, non trova molti cooperatori.
« E, lo ripeto, di questo i tedeschi non s'accorgono; c'è un fondo atavico di ingenuità in questo grande popolo illuso. Ingenuità che gli ha fatto interpretare u-na serie fortunata di eventi come ii risultato di una superiorità innata ed assoluta, di una predestinazione divina a reggere il mondo. Quel mondo che secondo la sentenza del saggio non si regge colla grande, ma colla piccola sapienza... »
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