Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA .
Dato il momento in cui venivano scritte queste parole, é facile immaginarne la suggestiva potenza e gli effetti di propaganda. Ma equo nel misurare e regolare questi effetti, il Giacosa soggiungeva :
« Nella situazione attuale della Germania qualche cosa ricorda la figura di Re Lear. Essa si è investita di una paternità spirituale sul mondo ed è fermamente convinta d'esercitarla secondo giustizia. Nazioni più vecchie di lei, dalle quali essa ha attinto il proprio alimento spirituale, appariscono ora a lei, avvelenata dalle linfe d'una affrettata maturità, come figlie o come pupille. Ad una di esse, forse la prediletta, essa invia continui appassionati messaggi d'amore e di rampogna, lusinghe e minacce, con una fatale insipienza che accresce ancora l'elemento tragico. Di tutte le ribellioni quella dell'Italia apparirebbe alla Germania la più amara, la più ingiusta, la più disumana.
« Ebbene, dimentichiamo per un momento che parlare di ribellione è assurdo dove non esistono vincoli di sudditanza, se non nella mente di chi delira di orgoglio; assecondiamo questo delirio, entriamo in questo dramma. L'Italia, la più vecchia delle nazioni civili, è, vivaddio, ancora abbastanza giovane per assumervi una parte. Ma non può essere se non quella di Cordelia: una parte di pietà, di verità e di giustizia... »
Ugo Ojetti pubblicò nel Corriere della Sera certi « esami di coscienza », ch'erano un farmaco fortificante nella dubbia ora che l'Italia attraversava. La verità dolorosa, infatti, detta come Ugo Ojetti sa dirla, fortifica.
« Noi non sappiamo — egli scriveva — nè il nostro destino nè il nostro valore. Nell'incertezza, tanto per u-scire dall'incertezza, neghiamo e il nostro destino e il nostro valore. La nostra forza — esercito, flotta, entusiasmo fino a ieri ardente anche per imprese davvero minori, anche per destini meno precisamente definiti dalla lenta storia della nostra razza — pare ci sia d'ingombro e preferiamo abolirla con una frase per aver davanti a noi qualcosa che ci sembra soda e concreta
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