Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GVERRĄ D'ITALIAsomma nč germanofili, nč francofili, nč anglofili, nč (se c§ ne sono) turcofili... ma italiani. Ora e sempre e soltanto italiani. »
Un'altra volta il giornale pubblicava queste parole significative :
« Come nazione, forti del nostro passato, dobbiamo e possiamo guardare con illimitata sicurezza all'avvenire, purché, lasciando con serena fiducia al governo di regolare il presente, noi ci apprestiamo a sopportare senza esitazioni e con animo virile tutti quei sacrifici che esso sarą per richiederci.
« Il primo ed il maggiore di tali sacrifici, sarebbe delittuoso il non riconoscerlo, riguarda l'esercito. Č assioma universalmente riconosciuto che la preparazione politica debba proceder di pari passo con la preparazione militare, sulla quale essa si fonda... »
E non meno ricche di significato erano queste altre parole :
« Privilegiati dovremo, comunque, considerarci, perchč le circostanze ci consentono di avviarci alla crisi, forse anche per noi inevitabile, quasi fatalmente, gradatamente e senza scosse, e con la sicurezza che nessuno potrą mai imputarci di avere deliberatamente affrettato il nostro accorrere all'agone cruento ove stanno per risolversi problemi vitali per l'Europa e certamente anche per noi, ed a cui pure un giorno, forse non lontano, ci si sarebbe avviati. »
Questo nei primordi. Mano mano che gli avvenimenti procedevano, il linguaggio del Giornale d'Italia si faceva pił chiaro ed impressionante.
« L'Italia esso scriveva nel marzo sente l'importanza, la gravitą degli avvenimenti prossimi; e pensa alla sua situazione di fronte ad essi.
« Vi č un problema di frontiera che da quasi cinquantanni incombe su noi, obbligandoci a duri sacrifici politici e militari. L'ereditą del 1866 ci pesa sulla cervice ormai troppo affaticata e tormentata : urge sottrarci a quel giogo.
« Il non lieto esito dell'ultima guerra all'Austria per la rivendicazione della Venezia ci costrinse ad accetta-
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