Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GVERRÀ D'ITALIAche possono costituire quasi un prolungamento di essa, non era e non poteva essere una opinione politica; che se dottrinalmente a tutelare le fortune di un paese stavano tre presàdii : il diritto, la diplomazia, le armi, i due primi rivelavano sempre più la insufficienza della loro tutelila, le armi restavaro ancora e restano — perchè scarso progresso morale ha in buona sostanza conquistato l'umanità — la difesa suprema.
« Mi è agevole dunque accettare integralmente la forinola ohe il governo ha fatto propria nell'ora presente, proponendosi di svilupparla in proporzione degli eventi, cioè : neutralità saldamente armata per garanzia di elementari incontrastabili interessi (che dovrebbe essere pregiata dagli uni e non precocemente svalutata dagli altri), neutralità vigile finché la consentano le più oneste ragioni e legittime aspiraz'oni della nostra esistenza nel mondo. »
Le idee, alle quali l'on. Barzil'ai dava nuova espressione nel Secolo, erano quelle ch'egli aveva costantemente professato da più di trent'anni.
« Possiamo senza iattanza affermare — egli scriveva infatti a buon diritto — che non è apparsa al nostro spirito solo alla fine del luglio di questo anno la visione che gli interessi italiani erano per gran parte antitetici con quelli delle potenze centrali d'Europa e conciliabili invece con quelli degli Stati d'Occ:dente.
« Incominciammo modestamente ad affermarlo, quando fervevano ancora le polemiche sul viaggio reale di Vienna, dalle colonne della Tribuna, nella fine dell'anno 1883, e gli stessi argomenti sostanziali, lumeggiati e rinverditi dalla lunga esperienza degli avvenimenti europei, potevamo rifermare alla Camera sulla fine del 1913.
« Così senza fobie e senza filie che non avessero sostanza prettamente italiana, senza esagerazioni d pensiero e di forma, come senza concessioni ad opportunità transitorie, propugnammo, certo con scarsa effi cacia, durante trent'anni, una tesi politica che a certa
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