Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
I VEGGENTI
« E questa indefessa prudenza nazionale fu opposta a tutta la politica austro-ungherese, che durante tanti anni di vita di un patto inaugurato con la non restituzione della visita reale di Vienna, parve cospirante a fecondare i ricordi del passato, a tener desti i dormienti, ad insegnare le fatalità del destino nazionale a-gli immemori.
« Ma oggi che l'immane conflitto è scoppiato per meditata volontà degli antichi alleati, oggi che l'alleanza si svuota per fatto loro di ogni contenuto effettivo, e diventa davvero un brandello di carta destinato a figurare nel museo delle delusioni italiane, invano si cercherebbe con tattiche ingenue cancellare la storia recente, precludere alla coscienza italiana la visione intiera del problema nazionale, che se non fosse risolto durante questa guerra, resterebbe senza fallo insoluto per sempre.
« 1 nomi delle città sorelle messi in bando, ritornano e ricordano : che se un'Austria vinta ci farebbe assistere al pericolo inaudito di una successione slava o tedesca in loro e nostro danno, un'Austria vittoriosa, dopo la sapiente tregua dissimulatrice del periodo di guerra, fatalmente ci darebbe 'o spettacolo delle inasprite minaccie, delle rinnovate insidie, delle persecu-zicri nazicnali, acuite e portate sino al.a cancellazione della loro italianità.
« L'astensione non potrà essere schermo sufficiente e propcrzicnato a tutto questo. Solo l'azione salverà l'Italia daU'irreparabile danno alle sue fortune, a! sorti dei fratelli disgiunti che lungamente fidarono in essa. »
Quando maturò il momento supremo della decisione, Salvatore Barzilai pubblicò nel Secolo .una pagina riassuntiva, mirabile per chiarezza, per verità, per intensità di sentimento :
<( La preparazione militare — egli scriveva — fu meravigliosamente competa. Chi ebbe l'onore di avvicinare i capi dello Stato Maggiore dell'esercito, il ministro della Guerra, ha tratto il profondo, sereno con-
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