Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      I VEGGENTIle spese pei l'esercito. Ed il tentativo dell'invasione fu meditato due volte. Negli archivi della Consulta deve star La prova che quando l'Arciduca 'Francesco Ferdinando si proponeva, dopo la annessione della Bosnia, di assumere il supremo comando dell'esercito contro la Serbia, dal Consiglio Aulico gli fu osservato : «No, voi, futuro imperatore, non andrete contro gli slavi; voi sarete il capitano della guerra contro l'Italia ».
      « E i propositi di invasione furono coś noti e tale scandalo sollevarono, che il generale Conrad \ on Ḥt-zendorf dovette essere tolto dal suo ufficio, nel quale e-ra poi audacemente rimesso, non appena fu strappata all'Italia la firma del rinnovato Trattato di Alleanza.
      « L'ammiraglio Montecuccoli, dal canto suo, non esitava a dichiarar solennemente che la flotta austriaca era fatta per scovare il nemico nell'Adriatico.
      « Nel luglio fu provocata atrocemente in guerra la Serbia, contro i fini supremi dell'alleanza alla quale tutto abbiamo sacrificato : il sentimento, l'interesse, e talora anclhe la fierezza italiana, contro l'equilibrio balcanico e la pace europea. Non fu solo la guerra senza intesa con noi, ma indirettamente rivolta nel modo più aperto contro di noi.
      « Dalla neutralità condizionata scendeva, per logica di cose, la guerra, quando le condizioni che potevano evitarla non erano raggiunte; quando 1 Austria che, per imposizione dellla Germania, doveva pienamente riconoscere il diritto delle nostre rivendicazioni nazionali dormiente e fatto risorgere dalla guerra, miseramente tentava poi di eluderlo e infirmarlo attraverso concessioni che mortificavano le ragioni del nostro sentimento e quelle della nostra difesa. E se, dopo cị, gli italiani compresero che la nostra guerra era interamente legittima, non tardarono ad avvertire che essa era altreś necessaria.
      « Necessaria per non abbandonare per sempre alla distruzione etnica le terre che attraverso un opera di-* laniatrice avevano conservata per anni la loro italianità : necessaria per conquistarci un confine laddove sulle Alpi sono le porte aperte all'invasione, e sul mare
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 5. I veggenti (L'orientazione dei partiti)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 177

   

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