Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAserrili0ti, contro di noi, i punti di attacco e le insidie, così da potersi affermare che nella più aspra difficoltà di questa guerra sta la principiale giustificazione di essa : necessaria per riscattarci da un piatto che non difendeva le aperte frontiere e vincolava con le minacce la nostra libertà intemazionale: necessaria perchè già Tito Livio aveva affermato ciò che affermavano Machiavelli e Mazzini : che la neutralità non acquista un amico e non toglie un nemico : cosicché, cessato il conflitto, ci saremmo trovati soli e a tutti invisi nel mondo : necessaria, perchè non esorbita dai limiti dell'egoismo nazionale inteso nel senso più elevato, come un principio di conservazione di un popolo, il voler consacrati nel mondo e applicati alle altre nazioni i principi che di quella conservazione sono il fondamento morale e politico, e cancellate le iniquità che di essa costituiscono la sconfessione.
n L'Italia è dunque oggi pronta davvero, come noi {'auguravamo, per le armi, per le intese, per le risorse e per gli animi; e si appresta a cancellare il ricordo di sventure e di umiliazioni : da Lissa e Custoza all'annessione della Bosnia, dal capestro di Oberdan alla negata restituzione della visita reale a Vienna, dalle infamie tentate contro di noi al tempo dell'impresa libica sino ai tranelli del condominio albanese.
« Ma la preparazione non basterebbe senza la resistenza.
« Come per tutti i combattenti di questo immane conflitto, le fasi liete alle meno liete dovranno alternarsi, anche per noi; i passi all'innanzi si compiranno attraverso larga messe di vittime umane, gli obbiettivi che sembrano quasi raggiunti dall'ardore del desiderio, potranno essere il premio salo di una lunga ed a-spra fatica.
« L'Italia, Principe e Popolo, scendono in campo a fronte alta, colla coscienza di subire, impugnando le armi, la necessità da altari creata. Consenzienti e dissenzienti di ieri — senza contare il numero dei sacrifizi — intenderanno e diffonderanno il convincimento che la spada non potrà essere riposta nella guaina, fin-
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