Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAmisera questione, ma una grande questione che divide noi, che divide il socialismo europeo.
« Amilcare Cipriani non potrà più essere il vostro candidato, perchè ha scritto che se i suoi settantacinque anni glielo permettessero, sarebbe alle trincee. 11 tempo dirà chi aveva ragione e chi aveva torto in questa questione che non si era miai presentata al socialismo perchè non si era mai presentata alla storia. »
Mussolini fu espulso dal partito. Interrogato da un giornalista se credesse alla guerra dell'Italia, rispose :
— Sicuro : e se non si dovesse fare, indubbiamente ne deriverebbe un moto rivoluzionario. Chi sta a capo del Governo deve averlo compreso. Certo, noi socialisti non possiamo dire : andate in guerra »; però diciamo : « andate dove i destini vi chiamano e noi non vi ostacoleremo il passo. » Il partito socialista però non deve assumersi responsabilità nè iniziative, perchè tutto ciò esorbita dalla sua capacità e dalla sua funzione storica.
« Questo è l'atteggiamento che noi dovremmo seguire, e non immobilizzarci in una neutralità assoluta che non potrà essere conservata. »
Uscito dal partito ufficiale, uscito dall'/I vanti!, Benito Mussolini raccolse intorno a sè numerose adesioni e fondò un nuovo giornale : Il Popolo d'Italia.
11 primo numero conteneva un articolo intitolato : « Audacia? » nel quale era detto :
« All'indomani della famosa riunione eucaristica di Bologna nella quale — per dirla con una frase alquanto solenne — fui «bruciato», ma non « confutato », io posi a me stesso il quesito che oggi ho risolto creando questo giornale di battaglia. Io mi sono domandato : debbo parlare o tacere? conviene che io mi ritiri sotto la tenda come un soldato stanco e deluso, o invece riprendere con altre armi il posto di combattimento?...
« La neutralità non può essere un dogma del socialismo. Incoerenza? Apostasia? Diserzione? Mai più. Resta a vedere da quale parte siano gl'incoerenti, gli apostati, i disertori. Lo dirà la storia domani, ma le
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