Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAogni accordo di uomini politici distrugge l'equilibrio del giorno prima. Vi sono ancora incognite troppo grosse in questo giuoco. Se ormai poss'amo calcolare il poco valore della incognita turca, della guerra santa, e sappiamo che le ir.asse russe non seno ancora irresistibili e la Francia non è disorganizzata, a primavera dovremo contare sopra tutto sulle incognite di una nuova guerra. Allora le riserve tedesche e l'esercito inglese entreranno in giuoco.
« Si capisce benissimo come gli uomini di stato possano rimanere perplessi ed esitanti.
« Ma per noi queste esitazioni non possono esistere. Non si tratta di fare « un buon colpo » od un affare commerciale. Se è destino che entriamo in lotta insieme ai rumeni, speriamo di essere preservati dal fare una guerra come quella dei rumeni ai bùlgari.
« La guerra verrà, perchè essa non dipende da Salandtra o da Giolitti, da Sonnino o da Tittoni, ma da una situazione dlalla quale non si può uscire che mediante la forza.
« Di questo sono convinto. E perciò non curo troppo questo altalenare di sentimenti e di aspettative attraverso il quale passa il paese.
« Soltanto di una cosa ho paura : che sia una guerra meschina, provinciale, obbrobriosa.
« Coloro che temono che non si faccia la guerra, possono stare tranquilli. Vigila sull'Italia una forza più potente delle nostre stesse volontà, e per quanto si faccia, la neutralità potrà essere rotta.
« Ciò che si può temere è il come si farà la guerra. Guai al nostro paese se in questo momento di grandezza fosse portato ad un compito meschino e vile!
« Noi dobbiamo vibrare un grande colpo o piuttosto annientarci. Se da questa guerra i piccoli in fatto di forza esciranno ancoTa più piccoli, i piccoli in fatto di vita morale esciranno cancellati dal libro della storia. »
Mussolini continuava la sua infaticabile campagna, irta di polemiche personali e di episodi clamorosi, ac-
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