Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAvogliono restare una libera associazione di volontari : pronti a tutto : alle trincee ed alle barricate. Io penso ohe qualche cosa di grande e di nuovo può nascere da questi manipoli di uomini che rappresentano l'eresia ed 'hanno il coraggio dell'eresia.
      « V è in molti di essi l'abitudine aTindagine spregiudicata che ringiovanisce o uccide le dottrine; in altri v'è la facoltà dell'intuizione che afferra il senso e la portata di una situazione; in tutti v'è l'odio per lo « stata quo », il dispregio per il « filisteismo », l'amore del tentativo, la curiosità del rischio : oggi è la guerra, sarà la rivoluzione domani. »
      Nell'adunata comparvero ed interloquirono i più noti rivoluzionari : dall'on. De Ambii a Maria Rygier.
      L'aw. Olivetti fece un irruente discorso.
      « Noi abbiamo da salvare — egli d'sse — il nostro onore di italiani e di rivoluzionari, perchè le due cose non si escludono. Un tempo noi ci vergognavamo di dichiararci italiani; il nome d'Italia ci bruciava le labbra, eppure a questo nome risponde la più antica delle civiltà, perchè noi eravamo saggi, quando i tedeschi erano barbari e vivevano per le foreste vestiti delle pelili delle bestie. E ci vantiamo di questa antica cultura, di questa antica civiltà italiana, la quale come la civiltà francese ebbe una sua nota spiccata, di non essere egoista.
      « L'Italia non chiuse le muraglie della Cina della sua civiltà; l'Italia quanto ebbe, quanto seppe, gettò al di fuori, con immensa simpatia, all'umanità intera. E come la rivoluzione francese volle irrompere in mezzo ad altri pcpoli, così il nostro primo e secondo rinascimento si diffuse in tutto il mondo. Non era il cieco e-goismo che animava la sua civiltà, come quello di cui è pregna la pretesa civiltà teutonica, la quale tenta imporsi con la forza delle armi, in un sogno pazzesco di dominazione umana.
      « Ora noi, nella nostra azione, siamo perfettamente coerenti; noi siamo i degni discendenti di quei rivoluzionari di un tempo, essenzialmente cosmopoliti; noi
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 5. I veggenti (L'orientazione dei partiti)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 177

   

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