Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAva : « Noi non possiamo consentire in questo program- • ma, per le ragioni che io ho condensate più sopra. E per questo una tale azione di governo non può che avverei oppositori. »
Riassumendo in un altro scritto l'atteggiamento dell'Italia di fronte alle sue ex-alleate, l'cm. Ivanoe Bonomi diceva :
« L'Italia nel dicembre scorso, con la parola del suo governo, ammoniva le alleate che la neutralità non poteva bastare a salvaguardare i suoi interessi e che una diminuzione anche relativa dell'Italia, in confronto al probabile aumento dei suoi vicini, non sarebbe tollerata. Ciò significava dunque che la neutralità italiana, proclamata in base alla interpretazione del trattato di alleanza, non poteva e non doveva legarci le mani per l'avvenire e limitare comunque la nostra libertà d'azione. E infatti, poco dopo, venne l'occupazione italiana di Vallona.
« L'alleanza italo-austro-germanica è entrata cosi nel suo periodo di crisi. Invano il principe di Biilow, mandato precipitosamente a Roma per impedire ila maturazione di questa crisi fatale, ha fatto formidabili sforzi per arrestarla. Essa è ormai in atto, sollecitata da questi due ordini di fatti :
« Anzitutto, il sentimento nazionale sospinge l'Italia a volere il suo ingrandimento oltre l'attuale confine austriaco; sia per ottenere, con l'acquisto del Trenti ino, un confine militarmente sicuro; sia per salvare la Venezia Giulia dalla sua rapida slavizzazione, voluta e aiutata dall'Austria, che sogna, se vittoriosa, di le gare più fortemente a sè una Slavia meridionale, assorbente gli ultimi resti d'italianità adriatica.
« In secondo luogo, il nuovo assetto mediterraneo ohe sta per crearsi al rombo del cannone franco-inglese nei Dardanelli, obbliga l'Italia a pensare al suo avvenire. Una neutralità passiva la escluderebbe dall'a-gire sul futuro assetto del Mediterraneo; un'azione accanto alla Triplice Alleanza (dato che ciò fosse possibile) non potrebbe proporsi, nella migliore delle ipo-
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