Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
I VEGGENTIha sacrificato, sino a quando la Francia non sarà definitivamente al sicuro contro la minaccia di una aggressione, sino a quando i diritti delle nazioni minori d'Europa non saranno fissati su una base intangibile, sino a quando la prepotenza militare della Prussia non sarà completamente distrutta. »
« Queste parole dimostrano che il programma del nostro interventismo non ha nulla di utopistico e che può benissimo essere accettato anche da uno Stato monarchico, che non metta gli interessi dinastici al di sopra degli interessi nazionali; che esso è particolarmente vero per l'Italia, poiché riassume le più alte e legittime aspirazioni della nostra nazionalità, che d'altra parte rientrano perfettamente nel vasto quadro delle aspirazioni mondiali verso un più giusto assetto dell'Europa in base a] riconoscimento del diritto di nazionalità per tutti i popoli.
« All'intervento così concepito — che non può e-splicarsi altrimenti che con la rottura violenta della Triplice Alleanza e la guerra contro g'i imperi centrali a lato della Triplice Intesa — noi siamo pronti a dare tutto il nostro appoggio, accettando di condividerne le responsabilità nella forma più leale : diciamo cioè che, qualora la monarchia dichiarasse la guerra che noi auspichiamo, sentiremmo il dovere collettivo di continuare, fino a vittoria raggiunta, nella tregua rivoluzionaria, ed il dovere personale di accorrere sui campi di battaglia per offrire il nostro sangue alla causa della libertà dei popoli, contro il militarismo teutonico...
« La grave responsabilità della guerra può essere da noi accettata soltanto per altissime ragioni ideali (la rivendicazione dei diritti di tutte le nazionalità), e per la necessità di abbattere un ostacolo formidabile al progresso umano (il militarismo tedesco); ben altro dovere ci detta l'eventualità che l'Italia ufficiale abbia a fare il giuoco deila Germania con qualche diversivo sostanzialmente ostile alla Triplice Intesa. In questo caso, non 1 opposizione passiva, ma la più vivace opposizione attiva di tutte le nostre forze ci si imporrebbe come un dovere assoluto.
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1. recc10 — Storia della grande guerra d'Italia — Voi. V 7
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