Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
      « Tutti coloro che non vedono, non sentono questo fatto, e guardano soltanto a quello che avviene nello scacchiere franco-belga-germanico, o nello scacchiere russo-tedesco; che perdono tutto il loro tempo in calcoli sottili su profezie di- vittorie tedesche o francesi, russe o austriache, e credono ancora che l'Italia possa giuoca-re come uno spettatore in un campo di corse, non riescono ad essere italiani. Non riescono a vedere e a intendere qual'è la necessità italiana in una lotta la quale già si svolge per forza altrui e comprende nostri vitali interessi, che la dichiarazione di neutralità non poteva in alcun modo sottrarre al conflitto stesso.
      « Se dunque la guerra è in .Adriatico, se ad essa partecipano direttamente Austria, Francia, Inghilterra, Serbia, Montenegro, e indirettamente la Russia, l'Italia ha bisogno di tutte le sue forze, ma ha anche bisogno di riconoscere la necessità del suo intervento, al di sopra di qualsiasi considerazione generale delle forze già in conflitto. Anzi ha bisogno, se ha coscienza del suo valore, di compiere quell'atto di volontà, che importi la considerazione della propria forza nel gioco di tutte le altre in conflitto, e di una propria azione che possa determinatamente influire perchè le conseguenze del conflitto generale siano une piuttosto che altre. Questo deve avvenire poiché in Adriatico sono oggi minacciati dal conflitto tali interessi vitali all'anima e alla prosperità della Nazione, che la rinunzia a una tutela pronta, efficace, diretta di essi sarebbe peggiore di qualsiasi sconfitta... »
      Nei lunghi mesi dell'attesa, mentre mutavano gli a-spetti della guerra e la bilancia degli eventi spostava il suo instabile equilibrio, i nazionalisti e il loro organo continuarono nell'instancabile campagna per l'intervento. La loro fede non vacillò : e il grande pubblico apprese a condividerla.
      Della speranza indomabile che ardeva nei loro cuori fu interprete eloquente Ruggero Fauro quando esclamava :
      « Speriamo nella guerra di domani, che sarà final-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 5. I veggenti (L'orientazione dei partiti)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 177

   

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