Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAgioni, alcuni deputati del Gruppo Parlamentare, e personalità del Partito espressamente invitate.
Fu votato un ordine del giorno che esprimeva sfiducia nel mantenimento della neutralità.
E il giornale l'Iniziativa proclamava esso pure l'infondata sfiducia nelle intenzioni del governo, supponendo possibile « un intervento a favore delle alleate, verso la fine della guerra, giustificato verso la nazione con il contentino di compensi territoriali. » Poi il giornale repubblicano proseguiva : « Il popolo italiano col suo tradizionale buon "senso comprende le inesorabili necessità che hanno dettato le risoluzioni del suo governo, apprezza naturalmente i benefizi immediati che dalla neutralità gli derivano, ma sente altresì istintivamente una specie di vaga ed amara inquietudine perchè si vede tagliato fuori dal campo delle grandi prove, che saranno poi quelle che decideranno i destini dei popoli ».
La formula della neutralità italiana non appariva sufficiente ai repubblicani, se non doveva significare un orientamento diverso di tutta la politica estera italiana. Contro i propositi di egemonia militare della Germania e dell'Austria, in difesa del principio di nazionalità, essi miravano ad indirizzare le correnti popolari e sospingere il governo.
Il Comitato speciale, costituito in forma segreta e del quale facevano parte, oltre ai membri della Commissione Esecutiva, l'on. De Andreis, l'on. Taroni e rappresentanti delle varie parti d'Italia, riunitosi a Milano, deliberava di iniziare subito l'azione rivolgendo un appello agli italiani, che finiva così :
« O sui campi di Borgogna per la sorella latina, o a Trento e Trieste. E a guerra finita, per la nuova santa alleanza dei popoli, per gli Stati Uniti d'Europa : questa è la parola propria dell' Italia. Questo è il monito che la parte repubblicana manda ai responsabili di quest'ora davanti alla storia. »
Nella stessa adunanza si studiavano i vari mezzi di
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