Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
/ VEGGENTIcenari essi che hanno tutti raggiunto la frontiera a proprie spese, che hanno rinunciato alle gioie del quieto vivere, che nulla chiederanno domani, nemmeno alla vigliaccheria italiana, che approfitterà del loro ardimento?
« No, no, quei giovani sono la espressione della parte migliore della nazione italiana. Essi vanno perchè sentono che è necessario. Vanno come per una protesta contro coloro che vorrebbero e che non vanno. Vanno perchè solamente dal loro ardimento potrà essere salvato l'avvenire e l'onore d'Italia. »
Il compito della spedizione garibaldina doveva essere italiano. Era su queste basi che si era trattato e che era stata deliberata la formazione della Legione. A questo scopo, oltre al Bazzi e al Briganti che erano stati inviati in Francia e vi rimasero fino allo scioglimento definitivo della Legione, avvenuto nel marzo 1915, e parteciparono come volontari ai vari fatti d'armi, il primo rimanendo ferito, si era recato a Bordeaux l'on. E. Chiesa, una prima volta nella seconda metà di agosto 1914. ove ebbe colloqui con il presidente del Consiglio e con i ministri della Guerra e della Marina, ed una seconda insieme all'on. Comandini. Improvvisamente, però, si notò che il governo francese aveva mutato idea. Pare che il governo italiano fosse intervenuto per impedire che la Legione venisse destinata ad un'azione nell' A-driatico : e il governo francese aveva ceduto. Fatto sta che, dove prima si erano ottenute assicurazioni, si affacciavano difficoltà. I rappresentanti del partito repubblicano non tardarono a comprendere che ogni speranza di un'azione nell'Adriatico veniva a sfumare...
D'altra parte i giovani erano partiti dietro la assicurazione del compito nazionale della spedizione. A Nizza, ove erano concentrati i volontari, si trovavano oltre venti giovani triestini partiti solo per tale scopo. Ed il Partito repubblicano aveva un obbligo di lealtà verso quei giovani. Fu così che la Direzione del partito, appositamente riunita in Firenze, deliberava di comunicare ai volontari il sopravvenuto mutamento, di lasciarli liberi della loro decisione, e di coprire con la propria
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