Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAguerrafondaia, nazionalista ed irredentista avrà sufficiente materia per tener a bada il pubblico con le trepidazioni e la coreografica inscenatura della finta guerra all'Austria e la successiva ingloriosa annessione dell'ex vescovado di Trento al territorio del regno. I Pangloss della moderazione e della bancocrazia sono sempre pronti a mostrare la utilità di essere saggi e prudenti; e alla amputazione di Trieste e sua germanizzazione troveranno larga compensazione negli interessi italiani... in Oriente.
      « E i repubblicani, i socialisti di Mussolini, gli irredentisti di fede e di principio, che non disgiungono la causa di Trento da quella di Trieste, e quella dei triestini dalle legittime aspirazioni dei popoli slavi e rumeni insorgenti contro la medesima Monarchia, permetterebbero essi una guerra che sfrutterebbe il sentimento e l'entusiasmo nazionale contro l'Austria, per finire in un giuoco diabolico, ordito tra Guglielmo II e Vittorio E-manuele III, auspici il principe di Biilow e il Vaticano, per impedire il finale sfacelo dell'Impero d'Austria, per salvare alla Germania la porta di Trieste e per conservare l'Italia legata alla Germania, al fine di continuare a perpetuare nel Mediterraneo e in Europa la sua vecchia politica di cupidigie, di provocazioni, di armamenti e di preponderanze, a danno dei piccoli popoli e in dispregio del diritto delle genti : politica di cui questa gran guerra europea — con il concorso leale e generoso dell'Italia — dovrebbe segnare la fine?
      « Io getto la mia parola d'allarme : altri sappia raccoglierla. Se la democrazia vera, se i partiti d'avanguardia, garibaldini, socialisti, repubblicani, non sanno imporsi questa volta contro l'equivoco per prevenire il tradimento, si saranno coperti di vergogna; e l'Italia andrà in guerra per usoirne, come nel 1866, senza fortuna e senza onore. »
      Fortunatamente la realtà sfatò l'amaro vaticinio : e certamente i repubblicani di buona fede deplorarono poi la diffidenza che il loro partito aveva dimostrato verso chi seppe rettamente interpretare le aspirazioni dell'anima nazionale.


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 5. I veggenti (L'orientazione dei partiti)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 177

   

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