Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
I VEGGENTIComunque, il partito continuava a tener viva la fiamma. Parlarono al popolo in favore dell'intervento, in molte località, Zuccarini; e Conti nel Grossetano; Pirolini, Casalini, Comandini, in Romagna; Gibelli, Re e Scocchi in Lombardia; De Andreis, Marazzi, Cappa, Chiesa, Meoni, un po' dovunque.
La ricorrenza della morte di Mazzini diede luogo ad altre manifestazioni di popolo; a Roma con un corteo al Gianicolo, dove parlarono Zuccarini e il prof. A-gresti; a Milano, dove la sezione repubblicana provocò una manifestazione popolare in Piazza del Duomo, durante la quale parlarono E. Chiesa, e quindi Mussolini; a Napoli, ove Colajanni parlò a diecimila persone; a Firenze, dove, dopo il discorso del prof. Meoni, una fiumana di popolo invase il locale preferito dai tedescofili, imponendo l'Inno di Garibaldi...
In un nuovo appello agli italiani, il Partito repubblicano diceva :
« Non la guerra per la guerra — appello di esagitate ideologie che ci trovarono e ci troveranno sempre oppositori irriducibili —; non la guerra imperiale di spoliazioni; ma la guerra per il riacquisto dei nostri diritti sacrificati da una politica che la parte repubblicana rinunciò sempre come lesiva dell'onore e degl'interessi italiani; la guerra in difesa dei popoli aggrediti ed oppressi; la guerra di solidarietà con tutti coloro che — levati in armi contro le criminali imprese del militarismo germanico ed austriaco — intendono assicurare all'Europa la libertà e la pace, fiaccando ogni proposito di brutale egemonia.
« Questo il nostro pensiero, onde — in armonia alla tradizione dei nostri maggiori — promana aperta condanna della sterile e dannosa politica del non-intervento. Il non-intervento può giovare ad interessi dinastici, sostenuti da conservatori pavidi e reazionari, congiuranti tra il Senato ed il Vaticano; può, per il momento, soddisfare gl'istinti ed i grami interessi immediati di qualche gruppo popolare che, però, ha riserve d'idealismo e di sacrificio sconosciute ai suoi sedicenti rappresentan-
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