Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAti; ma quando — come ammoniva Giuseppe Mazzini — la rivoluzione europea ha nome nazionalità, quando essa significa trasformazione della carta d'Europa, annientamento d'ogni trattato inaugurato dalla conquista, dall'artificio, dall'arbitrio delle razze regali, riordinamento a seconda delle tendenze, delle vocazioni dei popoli e liberamente consentito da essi, distruzione delle cagioni d'ostile egoismo; quando si vive in un'ora in cui tutto ciò non è astrazione teoretica ma realtà sanguinante, rimanere assenti equivale a compiere un delitto di lesa patria e di lesa umanità.
      « Cadendo nelle Argonne, i repubblicani italiani hanno scritto col sangue una pagina che addita all'Italia la via della sua fortuna nazionale ed europea. Ed hanno ammonito : Non è questa l'ora di calcoli mediocri e di umilianti trattative per ottenere compensi risibili nè — in un'ipotesi che sarebbe ancora più vergognosa — per sviare l'azione dagli scopi che gli avvenimenti fatalmente le tracciarono, preordinando una «parata » che lasciasse indisturbata la Germania. No : la guerra italiana ha da essere contro i due imperi centrali, indissolubilmente responsabili della catastrofe abbattutasi sull'Europa e della quale anche l'Italia risente le terribili ripercussioni economiche che il prolungarsi della guerra non farà che aggravare; contro il più vero e peggiore nemico della civiltà : il pangermanismo ».
      L'azione dei repubblicani si addimostrava troppo intensa perchè i neutralisti non cercassero di diminuirne il valore. Si ripeteva insistentemente che nella regione in cui il partito conta maggior numero di aderenti, in Romagna, il pensiero della massa fosse discorde dal pensiero dei dirigenti il partito, e che la Romagna fosse neutralista.
      Per sfatare queste voci, la Consociazione repubblicana romagnola deliberò di tenere in Forlì, il 18 aprile, un grande comizio regionale repubblicano, per l'intervento.
      La manifestazione riuscì imponente e dignitosa.
      Il comizio fu aperto dal deputato di Forlì, onorevole
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 5. I veggenti (L'orientazione dei partiti)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 177

   

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