Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
1 VEGGENTIGaudenzi. Parlarono quindi, acclamatissimi, l'avv. Ernesto Re, l'on. Comandini, deputato di Cesena; l'on. Taroni, ex deputato di Lugo; l'on. Mazzolani, deputato del secondo collegio di Ravenna; Oliviero Zuccarini, segretario politico del partito; l'on. G. B. Pirolini, deputato del prinjo collegio di Ravenna. Tutti insistettero sulla necessità di porre fine agli indugi.
« Da questo imponente raduno emana schietto il pensiero della parte repubblicana — dichiarò l'on. Comandini. — Davanti alle tombe dei morti per la libertà europea noi non vogliamo chinare la fronte. »
— Questo è l'ultimo comizio. Guerra o rivoluzione! è la nostra parola — gridò l'on. Pirolini, chiudendo la manifestazione.
E gusrra o rivoluzione! era oramai il grido che ripeteva la folla in ogni piazza d'Italia. Al proletariato, alla folla era la parola. II 1° Maggio fu giornata di agitazione interventista. Al proletariato d'Italia il partito repubblicano si rivolgeva, nel manifesto occasionale per la tradizionale festa del lavoro, dicendo :
« È tremendo parlare di guerra in un giorno consacrato alle rivendicazioni del lavoro, alla pace sociale. È tremendo. Ma, quando accettare il male oggi, significa evitare un male molto maggiore, quando è in giuoco qualche cosa che è più della vita di una generazione, come l'avvenire dell'umanità, ogni esitazione sarebbe errore, sarebbe colpa.
« Color che v'invitano a prescindere dalle cause e dalle conseguenze dell'attuale guerra, tradiscono la vostra causa, come la tradirono ieri quando v'illusero sul valore reale della vostra forza.
« Il proletariato non può rimanere estraneo, nè assente. Non può delegare ai governanti la facoltà di decidere dei propri destini: deve esso porre le condizioni della vera pace futura. E non può rifiutare il sacrificio, se può servir a una grande causa, a un grande risultato.
« Ora le condizioni di una vera pace sono in una Europa liberata dal militarismo, in cui l'indipendenza delle nazioni sia assicurata per sempre, in cui i Re non
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