Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
I VEGGENTIsui termini di essa; ma io credo che sia questa una pia illusione.
« Quindi, se gli imperi centrali accennassero a sormontare — quod avertat Deus, il buon Dio tanto bestemmiato dall'imperatore tedesco — e l'intervento armato dell'Italia a tempo opportuno potesse, come io penso, mutare le sorti, l'astenersene sarebbe una colpa, anzi un delitto imperdonabile. »
« Oggi o domani — scriveva l'on. Toscano — noi saremo costretti a tutelare la integrità delle coste adriatiche e quelle orientali del Mediterraneo.
« La neutralità che riconosciamo prudente non può esserci che foriera di lieto domani. Non occorre essere dei sommi per formarsi una coscienza propria sui doveri che ci aspettano.
« Uno sguardo fugace lanciato sulla carta geografica, la contemplazione delle nostre riviere, il ricordo dell'impresa libica, di quelle terre incuneate tra le forti colonie anglo-francesi, e i nostri disagi economici e finanziari del momento, si dileguano ancora più rapidamente al fosco quadro dell'immane tragedia a cui commosso assiste il mondo civile.
« È già troppo che i fratelli di Trieste abbiano dovuto pagare con la loro vita una cambiale che non sottoscrissero. E noi non pagheremo per gli altri. »
L'on. Speranza scriveva :
« La neutralità italiana, subito felicemente dichiarata, fa allo scoppiare della guerra nostro incontestabile diritto e nostro assoluto dovere. — Diritto : perchè la partecipazione dell'Italia alla Triplice era per la pace, per l'equilibrio europeo, e, occorrendo, per difesa da nemiche aggressioni, non già per la provocazione della guerra, per l'estensione della potenza austriaca nei paesi balcanici e nell'Adriatico, e nemmeno per rafforzare l'egemonia tedesca nel mondo. — Dovere : perchè l'Austria, aggredendo, nel modo che tutti sanno, la Serbia, provocò l'immane conflitto con l'unico scopo di estendere la sua preponderanza militare e politica nei paesi balcanici, in opposizione ai nostri interessi ed infrangendo patti e convenzioni soambievol-
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