Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAabbastanza perchè la pubblica opinione volgesse lo sguardo amico alla giovane nazione minacciata. E quando la prima invasione austriaca seminò la strage in Serbia, si ribellò il nostro senso d'umanità; e quando la riscossa serba cacciò 1' invasore infliggendogli una tremenda sconfitta, si destò lai nostra ammirazione...
      Nel ricercare il processo di elaborazione della volontà nazionale, Giuseppe Fanciulli fa un'interessante osservazione intorno alla sorte dei principi in relazione al grande conflitto.
      Se i tedeschi avessero potuto condurre a termine i loro piani di sopraffazione con la sognata rapidità, avrebbero compiuto veramente un bel gesto. Movendosi « al di là del bene e del male», avrebbero condotto a termine una mirabile impresa. Lo stesso superamento dei principi morali sarebbe stato una grande vittoria.
      Ma i tedeschi non hanno potuto compire il gesto; se pure potessero trionfare in seguito, arriverebbero sempre troppo tardi per raggiungere il limite di quella sinistra bellezza che è posta appunto « al di là del bene e del male ». Per di più, tedeschi e austriaci non hanno avuto il coraggio di alzar la spada dichiarandosi pronti ad aggredire i più deboli, o per lo meno gli impreparati, perchè ad essi così faceva comodo; ma fino dal primo giorno, e poi ogni giorno, hanno parlato di « necessità di difesa », hanno voluto far la guerra d'accordo con la buona vecchia morale, d'accordo col buon vecchio Dio. E moltissimi di loro sentono questo accordo in buona fede. Gli scrittori pangermanisti hanno esaltato la civiltà tedesca, e hanno proclamato la necessità di imporla al mondo con ogni mezzo. E intanto, come se non bastassero i mezzi della cultura tedesca sempre più diffusa, quelli dell'industria, della finanza, del commercio tedesco, ovunque e sempre più trionfanti, si prepararono in lunghi decenni altri mezzi ; armi, cioè, e, quel che più conta, anime guerriere.
      Soltanto, quando si ricorse alla guerra, non si volle
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 5. I veggenti (L'orientazione dei partiti)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 177

   

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