Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
UN POPOLO SFIDA TOla forza del Governo; e sta pure nel fatto che l'approvvigionamento dell'Austria e della Germania può^ anche esporci al pericolo di rappresaglie per parte dell'Inghilterra, con la conseguente impossibilità di provvedere l'Italia stessa di generi di prima necessità come il grano e il carbone. »
Anche il contrabbando delle notizie era all'ordine del giorno.
« Sappiamo — narrava l'Idea Nazionale — che la P. S. è riuscita ad assodare la presenza a Milano di alcuni individui, i quali ricevono notizie da Roma, da Torino, da Venezia, da Genova, e ogni giorno si recano a Chiasso da dove inviano ai giornali, e in parte anche alle autorità superiori austriache e tedesche, tutte quelle notizie che la censura telegrafica vieta di trasmettere.
« Perseguire un'azione penale contro costoro non è evidentemente possibile, come non lo fu durante la guerra libica verso coloro che esercitarono lo stesso gioco; però non è impossibile che la P. S., con i mezzi di cui dispone, riesca a rendere malagevole questo genere di contrabbando non meno pericoloso dell'altro, che fa uscire dal nostro paese merce che dovrebbe servire ai nostri bisogni.
« Lo spionaggio si è intensificato ovunque... »
Si potrebbero moltiplicare all'infinito le citazioni. Per chiudere, riferiamo un episodio che fa onore ad una ditta commerciale italiana. E lo riferiamo sulla fede dei giornali dell'epoca, che ne fecero parola e lo confermarono.
Il Messaggero, in una corrispondenza da Milano, lo espose in questi termini, in piena consonanza con la versione degli altri giornali :
« Veniamo a conoscenza di un duplice atto di generoso patriottismo compiuto da una ditta milanese concessionaria del Calzaturifìcio di Varese, la quale si è modestamente sempre astenuta dal farsene pubblico vanto, mentre l'atto è degno della maggiore notorietà
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