Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAterritoriali, nè economiche sulla sponda orientale dell'Adriatico, che doveva essere riserbata interamente e esclusivamente all'Austria, e affermava che il possesso di Salonicco era, per l'avvenire della Monarchia austroungarica, questione di vita o di morte.
      « Ora, è vero che lo sgombero del Sangiaccato, nel 1908, aveva già compromesso il'attuazione di questo programma espansionista; è vero che la crisi balcanica, con l'ingrandimento ideila Serbia e della Grecia, sembrò renderlo definitivamente, irreparabilmente, irrealizzabile. Ma è vero, altresì, che l'Austria è scesa in campo per annullare, in una volta sola, tutti quei fatti militari e politici che, in cinque anni, passo passo, s'erano accumulati contro il suo sogno e le sue necessità. È vero, infine, che uno, nato nel secolo XX, non si getta in una guerra immane per vendicare un Principe, ma solo per realizzare un grande programma. Questo programma — non occorre immaginarlo nè ricostruirlo con difficili e faticose deduzioni —è negli scritti di quegli stessi uomini, di quegli stessi ambienti che hanno determinato la catastrofe. E, in questi scritti, è l'affermazione che l'Austria deve avere Salonicco contro i balcanici, Vallona contro l'Italia. »
      Ora l'Austria,* coi suoi continuati intrighi in Albania, laveva chiaramente dimostrato di voler tener fermo a quel suo antico programma. Inondando d'oro e d'armi l'Albania,, essa non mirava ad altro che ad infliggere un colpo mortale ai legittimi interessi dell'Italia.
      E quando l'Italia, 'stretta dalla necessità di far finire l'indegno giuoco, occupò Vallona, .'l'Austria — come abbiamo veduto — si riservò di discuterne a guerra finita.
      Che cosa potevano significare queste parole? Una sola cosa : che l'Austria vittoriosa avrebbe saputo costringerci la sgombrar Vallona...
      Così, dopo i subdoli intrighi, veniva la trasparente minaccia,
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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