Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      UN POPOLO SFIDATOSemeria. Ma questa risposta, anziché convincerli, parve eccitarli maggiormente, perchè si dettero a grida-re :
      — No, no, è uno spione come voi! E gli intimarono di consegnare il portafoglio.
      Come si può comprendere, quel denaro che rappresentava il lavoro del povero floricoltore, e per il quale si era deciso ad un così lungo viaggio, fu per loro la prova evidente del tradimento, il prezzo del mercato, e quindi logicamente passò nelle loro casse.
      — A-me, aggiunse il Semeria, in segno di generosa accondiscendenza, lasciarono 500 corone, perchè potessi alloggiare all'Hotel Métropole, l'albergo dove ero solito recarmi in tale città, e dove mi dovevo considerare a loro disposizione. Ma le mie dichiarazioni non dovevano terminare lì; e in un'altra stanza dovetti ancora fare la mia professione di fede e dichiarare per isteso di essere cattolico, apostolico, romano, destando però un certo ghigno d'incredulità.
      Dopo un breve riposo all'albergo, il Semeria si affrettò a dirigersi al Consolato, ma dovette subito constatare di essere effettivamente sotto l'alta protezione delle guardie di S. M. I. R. di Austria-Ungheria, perchè mentre si accingeva a chiamare un vetturino, fu avvicinato da una guardia che gli dichiarò che non poteva allontanarsi sotto nessun pretesto dall'albergo dove si trovava.
      Non restandogli altra via di uscita, il Semeria pensò di scrivere alle autorità consolari, e potè così avere la visita del Segretario del Consolato, un certo signor Gra-bogno, il quale, dopo avergli dichiarato che non poteva occuparsi della faccenda perchè trattavasi di un caso di spionaggio che non rientrava nelle competenze del Consolato, decise, in seguito alle sue insistenti preghiere non meno che alle eccitate rimostranze, di accompagnarlo nuovamente all'Ufficio di Polizia. Lì, trovarono questa volta, fortunatamente, il solo capitano civile, il quale dichiarò d'essere, per parte sua, convinto dell'innocenza del Semeria, ma che non gli era possibile procedere alla sua immediata liberazione, spiegò
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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