Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAproporre un'intesa con la Banca Commerciale. Il ministro serbo del tempo, sig. Michailovic, rispose che in tal caso avrebbe preferito rivolgersi direttamente a Berlino, e ruppe le trattative, certo con danno per l'Italia.
Così, mentre l'Italia e l'Austria andavano da anni sostenendo una spietata guerra di concorrenza nell'Adriatico, nei Balcani, in Oriente, e per essa si accanivano l'una contro l'altra, armandosi e minacciando talora l'Europa di conflitti armati, la Germania, cautamente celandosi alle spalle delle due rivali sue alleate, giuo-cava l'attività dell'una contro quella dell'altra, e lentamente si adoperava perchè entrambe lavorassero a profitto suo.
Il pubblico italiano seguiva con profondo interesse queste rivelazioni d'un mondo che gli era rimasto sconosciuto : e non poteva non restarne sensibilmente influenzato il suo atteggiamento di fronte agli Imperi centrali. Ma più grave ancora fu l'impressione suscitata da nuovi fatti in materia attinente allo spionaggio ed al contrabbando, che venivano in luce per opera dell'on. Di Cesarò, di Giovanni Preziosi e d'altri scrittori.
Cento e cento fenomeni svariati, apparentemente disgiunti, che si verificavano nella vita del nostro paese, costituivano invece le mosse preordinate e coordinate di tutto un piano d'azione, inteso a1 stringere l'Italia in una cerchia di ferro, costringendone mano mano gli organi di produzione e di circolazione a uno stato di soggezione agl'interessi tedeschi, conquistando gradualmente gli organi della pubblica opinione, e inquinando con mille infiltrazioni di ogni genere la solidità degli organi di difesa. Qua sorgeva una fabbrica tedesca o filiale di qualche casa tedesca; là un istituto germanico, dopo aver combattuto una ditta importante, la salvava all'ultimo dalla rovina chiamandola a patteggiare. Contemporaneamente però uno sciopero marittimo colpiva le compagnie di navigazione indipendenti, mentre quelle già domate versavano arretrati di salarii alla loro gente di mare, che per solidarietà sovvenivano gli scioperan-
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