Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIALe notizie di arresti, di processi, di persecuzioni della polizia, andavano aumentando ogni giorno.
Un profugo triestino, intervistato dal Messaggero, dichiarava che « la severità da parte dei pubblici poteri austriaci, mista ad episodi di bassa vendetta, di spietata persecuzione, si era acuita dopo la doccia fredda che si ebbe a Vienna, allorché cadde l'illusione dell'intervento armato dell'Italia accanto ai due imperi nella guerra europea. Il trapasso fu brusco; da un momento all'altro, se prima cantavasi liberamente, nelle vie di Trieste, di Gorizia, di Pola, di Capodistria, l'odiatissimo inno di Garibaldi, ecco che il solo profferire il nome dell'Eroe sfolgorante, divenne delitto. »
Si apprendevano poi vari episodi. Così Antonio Cu-nia di Trieste era stato giudicato dal tribunale di guerra sotto l'accusa di lesa maestà. Il Cunia, mentre partivano le truppe per la- guerra e la guardia suonava l'inno imperiale, si era rifiutato di levarsi il cappello.
Il tribunale di guerra di Trieste lo condannò a 18 mesi di carcere duro.
Una corrispondenza recava notizia di quest'altro fatto :
« Un notissimo medico di Trieste, certo dott. P., a-veva due nipoti di 19 anni, ohe dovevano subire la visita militare per revisione di leva. Egli conosce da vari anni un colonnello medico, al quale aveva reso varii favori, e che doveva far parte della commissione; lo pregò, quindi, di interessarsi della sorte dei giovani, gracili e deboli di salute.
<( Il colonnello medico finse di adoperarsi in proposito; ma poi, dichiarando che si doveva dare un esempio, recisamente impose al dott. P. di denunciarsi entro dodici ore per tentata corruzione di un pubblico funzionario; in caso diverso, lo avrebbe denunciato lui.
« Il dott. P., che sapeva che cosa lo aspettava, preferì di fuggire da Trieste. Il medico militare cercò il dottore P.; e, non potendolo raggiungere, volle nondimeno colpire qualcuno e, fatti arrestare i due giovani nipoti, li consegnò al tribunale militare che, ad onta della veritiera deposizione di nulla aver essi fatto per farsi dichiarare
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