Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAindustrie sue protette dall'Austria verrebbero a soffrire, dopo la riunione alla madre patria; Trieste non ha l'anima italiana! »
A questa iniqua accusa rispose un gruppo di profughi, inviando ai giornali una protesta, nella quale era detto :
« Trieste soffre silenziosa, ma attende. Non può con tutto l'animo suo vigoroso scuotere l'affannoso silenzio; la guerra le ha strappato i suoi figli migliori; Trieste è oggi povera d'uomini! — Gliene hanno preso a decine e decine di migliaia, all'improvviso, in quella storica mattina di luglio, quando l'Europa tutta sbigottita guardava paventando Vienna e Berlino. Pochi riescirono allora a fuggire; la sorveglianza ai confini era stata decuplicata.
« Trieste è città di 250.000 abitanti, e la guerra gliene ha strappati almeno 50 mila; e sono tutti i giovani più forti e coraggiosi, quelli che in ogni occasione avevano saputo con l'imponente compattezza delle loro masse e con la loro energia affermare l'italianità della terra. Quelli che la prima mobilitazione non aveva strappato e che temevano in una ulteriore chiamata di poter esser presi, se riescivano a racimolare un piccolo importo ed una buona dose di coraggio, fuggivano. Da oggi, nel regno ben mille triestini, che sfidarono con la fuga il patibolo, attendono e fremono.
« Ed in città son rimaste le donne, son rimasti i bambini ed i vecchi, e con loro i commercianti greci e tedeschi, slavi ed ungheresi. Vorremmo pretendere da questi una prova d'affetto maggiore del silenzio?
« È vero; qualche commerciante tedesco, spacciandosi per triestino, qualche capo delle grandi case germaniche ed austriache di caffè, di zuccheri, di droghe, di cotone stabilite a Trieste, che il governo italiano compiacente ospita oggi anche a Genova ed a Venezia, perchè possano meglio sviluppare il loro lavoro di contrabbando abusando dell'ospitalità concessa, avrà creduto di parlare a nome di Trieste, ripetendo invece quanto il principe di Hohenlohe gli avrà imposto di dire.
« Il pubblico italiano stia sull'attenti! Di questi fidi
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