Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAAltre voci di dolore arrivavano all'Italia dalla Dalmazia, dall'Istria, da Fiume.
      Sulle condizioni dei dalmati mandavano all'/dea Nazionale queste notizie :
      « Avrete già sentito parlare dei campi di concentramento, degli ostaggi posti sui treni militari. Da principio eran misure prese esclusivamente contro i croati e i serbi. Ma dopo la dichiarazione della neutralità, le hanno cominciate a estendere anche agli italiani. Ormai si va in galera per un nonnulla : per esser stati sorpresi a leggere giornali del Regno, per aver compianto i soldati partenti, per una qualsiasi frase detta o scritta che appaia sospetta alle' autorità.
      « Numerosissimi italiani sono stati portati a Pietro-varadino, in Ungheria, per esservi giudicati dal tribunale militare. Ed è mutile far previsioni sulla sentenza che li colpirà. Fra di essi c'è il signor Knering, trentino, maestro della Lega Nazionale, uno dei suoi migliori insegnanti, uno dei più attivi propagandisti italiani. Un * altro è un certo Dimò, cittadino del Regno, ex-ufficiale. Anche lui è stato portato'in catene a Pietro vara dino. )> E un telegramma da Londra recava che il Times aveva pubblicato notizie da fonte degna di fede sulla situazione in Dalmazia, dove, secondo il corrispondente, vi era una grande desolazione e un grande terrore.
      In ogni città le autorità avevano preso ostaggi i principali cittadini slavi e italiani, ed annunziato che essi sarebbero stati impiccati sulla piazza pubblica, in caso di danni alle proprietà governative o di tentativi di insurrezione.
      Da altra fonte si apprendeva infatti che a Ragusa era stato affisso questo proclama :
      «L'I. e R. Comando militare ha deciso che fossero presi, fra i cittadini di Ragusa, degli ostaggi per garantire i trasporti militari, specialmente quelli ferroviari, e per proteggere le costruzioni militari importanti contro attacchi nemici.
      « Questi ostaggi (e qui seguono 8 nomi dei più cospicui cittadini di Ragusa) garantiscono con la loro vita la sicurezza dei trasporti militari e delle costruzioni, e in
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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