Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAsuoi impiegati che erano sudditi del Regno d'Italia. Si trattava di impiegati non dell'amministrazione municipale propriamente detta, ma di aziende industriali municipalizzate, per le quali in Austria non esiste l'obbligo tassativo di avere per impiegati soltanto sudditi austriaci. Dunque il fondamento giuridico dei decreti era per lo meno discutibile. Inoltre, nello stesso tempo, si imponeva il licenziamento di alcuni operai regnicoli al cantiere navale di Monfalcone, e si ordinava a tutte le imprese industriali della regione di dare la lista dei loro operai e impiegati regnicoli, evidentemente allo stesso scopo. Si trattava dunque di un boicottaggio contro i sudditi italiani, organizzato dal governo austriaco, non giustificato da nessun motivo nlausibile e causato soltanto da ostilità decisa verso l'Italia.
La stampa italiana protestò vivacemente, il governo intervenne in forma ufficiale a Vienna.
Giustamente si fece della questione una questione d'onore nazionale, e si domandò recisamente la abrogazione dei decreti che danneggiavano cittadini italiani e ferivano il nostro decoro nazionale.
Il governo austriaco rispose con un comunicato del Fremdenblatt e una dichiarazione del presidente dei ministri alla Camera. In tutti e due gli atti il governo austriaco prometteva la massima larghezza nella applicazione dei decreti, o in altri termini, con molta dignità si impegnava a non farli applicare. Però, in pari tempo, si dichiarava che i decreti erano perfettamente legali e che il governo — anche rinunziando a colpire le persone designate nei decreti Hohenlone — intendeva mantenere per l'avvenire la linea di condotta dal Ho-henlohe rappresentata. E al Comune di Trieste si ordinava intanto di impegnarsi a non assumere nuovi impiegati cittadini italiani.
La soddisfazione data all'Italia riguardava le 38 . perspne colpite, non la sostanza giuridica e politica del fatto. E ciò appariva tanto più chiaramente in quanto il governo austriaco, mentre prendeva, comunque, delle misure contro gli impiegati comunali sudditi italiani, lasciava senza una parola che quasi tutti i Comuni tede-
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