Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
UN POPOLO SFIDA TOanche i fatti più indiscutibili, tenṭ anche per la nuova applicazione dei decreti Hohenlohe un'ambigua smentita; ma i giornali pubblicarono il testo del rescritto con cui il luogotenente di Trieste imponeva il licenziamento dell'ingegnere regnicolo : e forza rimase alla verità.
Anzi non si tarḍ a sapere che il primo episodio era stato seguito da altri analoghi provvedimenti. Un telegramma da Venezia al Messaggero narrava :
« Il luogotenente di Trieste, principe Hohenlohe, ha disposto che « tutti » gli operai regnicoli addetti ad opif́ci ed imprese di costruzioni, ecc., vengano immediatamente licenziati, sotto pena di gravi multe per quegli imprenditori che non adempissero subito a quest'ordine.
« Questa disposizione anti-italiana, la quale viene ad aggiungersi agli ultimi provvedimenti presi dal principe di Hohenlohe, ha prodotto viva indignazione, specie nel ceto operaio.
« Continuano intanto i bandi di operai italiani da Trieste.
« Nella settimana passata vennero banditi trentasette regnicoli, di cui la massima parte veneti.
« Un tal Angelo Lotti, di Rovigo, fu arrestato, la sera, in una osteria di Cittavecchia e condotto al posto di polizia, dove gli fu comunicato il decreto di bando. Egli chiese le ragioni di questo provvedimento, e non essendogli stato risposto, domanḍ di poter parlare col console italiano.
« Anche a questo suo legittimo desiderio fu opposto un reciso rifiuto.
« Due ore dopo, sotto la scorta di quattro gendarmi, egli venne accompagnatp alla frontiera. »
E il giornale stesso commentava le notizie con queste parole :
« Ed ora attendiamo le solite smentite dall'ambasciata austriaca o gl'immancabili pannicelli caldi del duca d'Avama! »
A Fiume il governo ungherese proseguiva allo stesso modo nella sua opera snazionalizzatrice.
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