Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAGuai a rompere la ferrea consegna! Le piattonate piovevano senza pietà....
      Ecco i segni materiali del mio martirio! — ha proseguito, con voce fatta convulsa dallo sdegno, il mio interlocutore, mostrandomi le mani tutte bruttate da calli. E ciò durò per cinque giorni, che ci parvero secoli!....
      — Come riusciste a sfuggire? — ho chiesto, al signor Lorenzini.
      — Oh! In una maniera romanzesca. Uno di noi, al momento della perquisizione fatta dai soldati, era riuscito a fare scivolare dalla cintola al fondo delle mutande una minuscola rivoltella. Gli aguzzini non se ne avvidero. Fu quella la salvezza di sette tra gli undici disgraziati. La rivoltella era stata nascosta in un buco del muric-ciuolo di cinta della casupola che ci serviva da prigione. La mattina del sesto giorno della nostra cattura, profittando di ciò che i soldati non erano ancora desti, tranne uno che montava di sentinella, uno della comitiva trasse dal nascondiglio l'arma e fece fuoco sulla sentinella. Questa cadde senza un grido.
      Allora ci demmo alla fuga.
      Fuga ardua, invero, perchè si trattava di sottrarci all'accerchiamento e alla caccia da parte di almeno un centinaio di fucilieri. Ma la disperazione, il bisogno di sottrarci all'obbrobrioso martirio, ci rendeva temerari e lesti sino all'inverosimile. Issandoci l'uno sull'altro come tanti acrobati, sollevando a braccia e trascinando il professore Guaglioli, riescimmo a scavalcare l'alto muro di cinta nel brevissimo tempo in cui l'accampamento si destava ed accorreva alle armi.
      Disgraziatamente, non tutti gli undici ci ritrovammo dall'altra parte del muro. Quando ci contammo, constatammo che eravamo soltanto sette. Gli altri quattro, coloro che non avevano avuto il coraggio o la prontezza di spirito di affrontar la disperata avventura di esporsi alle fucilate dei soldati austriaci, forse a questa ora lan-guono in durissimo carcere, forse anco avranno espiata con la forca la colpa di non aver saputo osare!
      Non descriverò la nostra corsa folle tra le campagne ancora buie, nel fitto di un bosco, dove ci rintanammo,
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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Lorenzini Guaglioli