Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
GLI IS TELLETTUAL1
questa predicazione e di questa vigilia. Egli crede di avere il diritto di parlare alto al di sopra dei mondi. Se non fu inteso ieri, egli è certo di essere inteso oggi da tutti coloro cKe, liberati dalla menzogna, sentono finalmente la loro vera vita innalzata sui loro talloni solidi, pronti a calpestare la terra che troppo a lungo ci allestì « l'amore indomito del sangue latino per la gleba latina. »
« L'ideale di un popolo degno di vivere non precede i suoi destini; ma è esso stesso l'irradiazione dei suoi destini. Giammai, nemmeno nelle epoche della schiavitù e della vergogna, giammai visse più impetuosa la necessità dell'azione.
« Tutto è stato detto e ridetto su quel che concerne gli interessi italiani messi in giuoco dalla vittoria o dalla disfatta dei due gruppi avversari. Si è ben dimostrato e provato come l'Italia, legata all'Austria da una alleanza difensiva e dall'accordo balcanico, è liberata oggi da ogni obbligazione dal duplice inganno del leale Francesco Giuseppe; si è stabilito che la Triplice Alleanza non è più in vigore... »
Così il poeta precorreva la constatazione diplomatica. E soggiungeva :
« La mostruosa menzogna, che aveva durato anche troppo, è, infine, annullata; del resto non c'è nessun patto se non davanti all'anima e davanti alla coscienza. Ora l'anima austriaca non esiste; essa è negata persino dai professori di Berlino; si sa che essa è stata negata dall'imperatore : « i miei popoli sono stranieri gli uni agli altri, e ciò è tanto meglio perchè non prendono le stesse malattie nello stesso tempo; in Francia, quando sopravviene la febbre, essa li prende tutti nello stesso giorno; io metto degli ungheresi in Italia, e degli italiani in Ungheria; ciascuno guarda il suo vicino : non si comprendono e si detestano. Dalle loro antipatie nasce l'ordine e dai loro odi reciproci la pace generale ».
« E il signor Taaffe diceva ancora : « Perchè l'Austria sia ben governata, bisogna che nessuno sia contento ».
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