Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
      « L'Austria non ha dunque anima; non è sostenuta che dall'aquila della sua monarchia decrepita, dal suo avvoltoio dal duplice rostro, per prendere a prestito un termine della vecchia falconeria francese; ed è asmatico, vale a dire non può avere il suo slancio, rantola di già; ma la divisione delle sue piume e dei suoi ossi e delle sue viscere potrebbe sembrare cosa ben leggera, da poco, se noi considerassimo con occhi intrepidi la faccia convulsa del mondo per immaginare in seguito la futura divina commedia della trasfigurazione nuova.
      « Per l'Italia non si tratta soltanto di riconquistare, con la salute del suo polmone sinistro, la pienezza della sua respirazione. Per l'Italia come per la Francia, come per i nostri fratelli lontani della Tracia, come per ogni nazione di cultura mediterranea, si tratta di combattere la battaglia suprema contro una minaccia invadente di servitù e di sterminio... »
      Tutto il valore ideale della guerra di redenzione splendeva all'occhio del poeta :
      « Questa guerra — egli esclamava — non è un semplice conflitto d'interessi che possono esser passeggeri, diversi ed illusori; essa è assai più profonda, quasi più divina; poiché abolisce, nel seguito dei tempi, lo sviluppo di uomini per il loro carattere bestiale e primordiale; è una lotta di razza, opposizione di potenze inconciliabili, prova di sangue che i nemici del nome latino conducono secondo le loro antiche leggi di ferro.
      « Che dicevano un tempo i guerrieri alle tribù nemiche? « Gli dei sono con i vittoriosi. Noi vogliamo nutrirli con la vostra carne macellata dalla spada a due tagli, che guizza in un ultimo lampo sugli occhi del vinto a terra. Gli dei non vi ascoltano; la vostra città, con l'oro, la porpora, i vasi e i bei letti e le donne, è promessa al nostro appetito. »
      « Ghe dicevano i vincitori ai vinti? «Voi non siete uomini, siete cose possedute da noi, meno buone che i vestiti, che i vasi, che i letti. Le corde atte agli archi e alle fionde noi le trarremo dalle vostre viscere e le serberemo per i'1 giorno in cui bisognerà di nuovo domare la demenza degli schiavi, se qualche virgulto spun-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 7. Gli intellettuali (Verso l'intervento)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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