Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
GLI INTELLETTUALIgna, giunse questo eloquente saluto di Prospero Colonna, sindaco di Roma :
«A Bologna, commemorante il poeta della nuova Italia, gloria fra le glorie del nostro Risorgimento, Roma volge il suo fervente saluto, rievocando in quest'ora storica l'anima del Grande che della Patria raccolse gli entusiasmi e le idealità in una rinnovata visione della sua grandezza e della sua immortale fortuna. »
Dopo Bologna anche Milano ascoltò ed applaudì la parola di Antonio Fradeletto, che nella capitale lombarda parlava in nome della Dante Alighieri.
« Io misuro dalla mia ansia — disse l'oratore — la ansia degli animi vostri : i giorni che attraversiamo sono solenni, inquietanti. Delle grandi nazioni europee, solo l'Italia ha potuto assistere, senza parteciparvi, alla lotta più fiera e più vasta che abbia mai insanguinato il mondo. Oggi, anche coloro che onestamente esitarono di fronte ai rischi di una guerra immensa, come io esitai, sentono che l'Italia non può più rimanere inerte, non può più lasciare passare il tragico momento i cui eventi non soltanto cambieranno la carta politica di Europa, ma anche la carta statutaria dei diritti dei popoli. Fra i grandi problemi che oggi vengono dibattuti su quanto concerne l'Adriatico e il Mediterraneo, noi sentiamo che i tentati accordi politici sono praticamente delle illusioni. In quest'ora solenne la « Dante Alighieri » ha il suo posto, ha il suo compito segnato, di agitare incessantemente la bandiera d'Italia, affinchè il nostro popolo si disponga a qualunque sacrifizio gli venga domandato. In questi giorni solenni e gravi di avvenire, noi, come gli antichi padri latini, sentiamo il bisogno di trarre gli auspici, e vogliamo trarli dalla religione di quei magnanimi che diedero all'Italia il cuore che infiamma, il pensiero che illumina, il sangue che feconda, il senno che raccoglie, la poesia che eleva, sprona e sospinge. Fra questi magnanimi fu appunto Giosuè Carducci : egli che non si stancò mai di propugnare il diritto italico, e condannò con aspra rampogna ogni rinunzia ed ogni codardia. »
Esposto quindi lo svolgimento dell'opera poetica_ 23 —
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