Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
GLI INTELLETTUALI
— Speriamo che il cavallo del Kaiser non monti queste scale!
Della viva partecipazione del prof. G. A. Borgese alla campagna in favore dell'intervento, è stato fatto cenno quando fu rilevata l'azione del Corriere della Sera. Ma egli non si limitò agli articoli pubblicati nel giornale milanese, e diede espressione al suo pensiero in altri scritti e in conferenze pubbliche.
Nel suo volumetto intitolato « Guerra di redenzione », il Borgese scriveva che il punto tipico del dissenso fra neutralisti ed interventisti era determinato da un episodio che diventava l'essenzialità della discussione : gli intervenzionisti credono nell'Italia, i neutralisti non ci credono; gli intervenzionisti amano l'Italia, e la stimano, nel suo difficile presente, nella considerazione della strada ch'essa miracolosamente ha percorsa fra tanti ostacoli,- nella contemplazione del suo passato e del suo futuro; i neutralisti ne hanno disistima o anche disprezzo, e pretendono che si possa amare la patria o la madre senza stimarla...
Si può dire — osservava il Borgese — che mentre nessuno può stabilire in quale momento ci spetti di intervenire, tutti noi sentiamo che accettare o respingere l'idea dell'intervento significa risolvere la questione dell'esistenza dell'Italia. Non si tratta di decidere se l'Italia debba volgersi verso destra o verso sinistra, ma se debba essere o non essere; e la questione essenziale, per noi che non siamo chiamati a decidere del momento e del come, è una questione di etica nazionale, quasi altrettanto che una questione di potenza. In un'Europa di domani, nellai quale tutte le nazioni combattenti di oggi saranno rinsaldate, divenute eroiche, irrobustite da una forza sociale non sospettata finora, l'Italia neutrale, anche se ci dovessero regalare una massa di territori e di danaro, sarebbe una sentina, perfin peggiore di quello che fu nel 600, un paese putrido, un vero pericolo per la sanità spirituale dell'Europa.
Il problema politico ed etico era certo spaventevole. Per noi si trattava di fare la prima afférmazione
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