Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAdella nostra esistenza. Quando si diceva che questa sarebbe una nuova guerra di indipendenza, si diceva una cosa soltanto in parte vera; bisognava dire : la nostra prima effettiva guerra di indipendenza. Le guerre dell'Indipendenza le abbiamo in parte inventate pei libri scolastici : abbiamo avuto un colpo di mano di una minoranza, un successo di genio politico più che di forza.
Una prova vera di tutta la nazione non v'era stata mai finora. Abbiamo avuto delle piccole guerre in cui gli italiani non si sono mai sentiti soli ed autonomi, e non vi è una sola battaglia di cui si possa dire che fu vinta dall'esercito italiano. Abbiamo anzi provato — diceva G. A. Borgese — uno dei più singolari casi di terrore davanti alla vita : gli italiani hanno avuto paura della vittoria. Si può dire che la storia della seconda battaglia di Custoza, come della battaglia di Lissa, come della battaglia di Adua, si riduca alla storia di un esercito che non osa vincere, quasi sentendo dietro di se un paese che repugna da una grande prova e si ritrae, e non ritenta il colpo. L'inseguimento della flotta austriaca dopo Lissa sarebbe stato la prova che l'Italia si sentiva viva; ma questa prova non ha potuto dare a sè stessa e, inerte, fiacca, ha dovuto sentirsi sconfitta quasi prima di combattere...
Dovendo tornare a rappresentare un alto principio di ragione nel mondo — concludeva il Borgese — l'Italia entrerà nella sua nuova età virile con una guerra non di furore ma di convinzione. Il termine con cui furono contrassegnate le Provincie italiane che l'Italia chiama a sè : irredente, ci appare oggi grandemente arricchito di senso. La nostra patria si arma veramente per un combattimento nel quale non solo questa e quella provincia, ma l'intera coscienza nazionale troverà la sua redenzione.
In una sua conferenza, che a Milano e a Firenze ebbe notevole successo, G. A. Borgese spiegò il suo atteggiamento favorevole all'intervento, mentre in altri tempi era stato triplicista e contrario all'irredentismo.
Si poteva essere ieri — egli disse — triplicisti, ben-
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