Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAtò nel suo complesso la tesi del neutralismo socialista e la condusse ad absurdum, facendo trionfare così la tesi del necessario intervento dell' Italia nella guerra europea.
Il ragionamento era serrato e partiva da questa domanda : Supposto un'Austria sconnessa, scompaginata, sfasciata dalle vittorie serbo-russe, deve l'Italia consentirle di ricomporsi, di rassodarsi, di ricostituirsi ancora con le provincie italiane incorporate in sè, o deve strapparle queste provincie, anche a costo di un'azione guerresca?
Alla questione così posta dovevano essere invitati a rispondere, senza tergiversazioni e scappatoie, i neutralisti ad oltranza di destra e di sinistra, e specialmente questi ultimi, cioè i socialisti ufficiali.
Se rispondono di no — diceva il prof. Rensi — se cioè affermano che una guerra per la liberazione dallo straniero d'una parte d'Italia nel 1914 è un delitto di lesa umanità, essi con ciò vengono a rinnegare ed a condannare tutte le guerre che condussero alla nostra indipendenza ed unità. Infatti se, nel 1914, bilanciata la liberazione dallo straniero d'alcune popolazioni italiane con gli orrori e i danni della guerra, è doveroso rinunciare a quella per evitare questi, non si vede perchè dovesse essere diversamente nel 1859 e nel 1866. La loro risposta negativa a questa domanda implica, a-dunque, che anche queste guerre furono errori e delitti di lesa umanità, poiché lo è, secondo essi, la guerra odierna che avrebbe l'identico scopo di quelle. Implica, quindi, che, bilanciata la liberazione e la unificazione d'Italia con gli orrori e i danni delle guerre che si presentavano necessarie ad effettuarla, era giusto di preferire a questi un'Italia serva e divisa. Implica che nel 1859 e nel 1866 il proletariato piemontese o italiano avrebbe dovuto insorgere contro le guerre tendenti a scacciare lo straniero dalla Lombardia e dal Veneto e considerarle come delitto contro l'umanità, se nel 1914 deve insorgere contro e considerar tale una guerra tendente a finir di scacciare lo straniero dal Veneto. Implica, perciò, che il pensiero del partito socialista uf-
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