Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IliLA PROPAGANDA DEGLI IRREDENTI
Arturo Colautti La morte prima della guerra a II Cesare rosso» Vivente fantasma feudale La Nemesi arcana Il deputato di Trento Le aquile di Druso e di Tiberio L'oro di Berlino Il nobile gesto dell'on. Battisti La misurata parola di barzilai L'opera di glulio caprin
Scritti e parole di Attilio Tamaro Icilio Baccich e il Quar-nero L'invocazione di Ettore Tolomei Scipio Slataper ela frontiera necessaria L'opera multiforme di mario ALberti i problemi economici antonio clppico e la dalmazia Desico, Dudan, Stefani La cooperazione di Virginio Gayda Giuseppe Picciola oltre la tomba...
Nel movimento propulsore verso l'intervento dell'Italia non poca parte ebbero gli irredenti. Giornalisti, letterati, oratori delle terre irredente si prodigarono per quella ch'era causa italiana come era la loro causa, e portarono un valido contributo allo sforzo compiuto da tanti nobili ingegni per assicurare alla patria i nuovi destini.
Primo sia ricordato qui Arturo Colautti, il generoso figlio della Dalmazia, al quale la sorte non concesse di veder dichiarata la guerra di redenzione, che con le ultime sue energie egli aveva invocato. Ma prima di spegnersi, il suo gagliardo ingegno aveva potuto partecipare ancora una volta a quella lotta contro l'Austria, che per tanti anni era stata l'obbiettivo sacro della sua esistenza. L'argomento prediletto delle sue piω ardenti polemiche rifioriva alfine tra la partecipazione appassionata del gran pubblico italiano : ed egli trovς ancora
55
| |
Colautti II Cesare Nemesi Trento Druso Tiberio Berlino Attilio Tamaro Baccich Quar-nero Ettore Tolomei Slataper ALberti Dudan Stefani Virginio Gayda Picciola Italia Arturo Colautti Dalmazia Austria Battisti Desico
|